Giornalisti minacciati: l'appello di Reporters sans Frontières

Dai casi di Daphne Caruana Galizia e Jan Kuciak ai reporter vittime dei narcos in America Latina. Reporters sans frontiers adesso fa appello a tutti gli stati perché garantiscano "appoggio e protezione" ai professionisti dei media che indagano sulle grandi strutture mafiose.

Nel 2017 e 2018 sono stati più di 30 i giornalisti uccisi da organizzazioni mafiose nel mondo.

Alcuni di quelli minacciati stanno ricevendo la protezione della polizia. Molti di loro anno riferito che i gruppi criminali sono passati già alle vie di fatto, con gravi atti di intimidazione nei loro confronti.
“I giornalisti che trattano argomenti pericolosi come il crimine organizzato spesso si trovano soli e vulnerabili di fronte a rappresaglie”, ha detto il segretario generale dell’associazione, Christophe Deloire. “I governi devono fare tutto il possibile per fornire loro un sostegno e una protezione adeguati e non sottovalutare le richieste di protezione”.

Almeno dieci giornalisti sono stati uccisi dal crimine organizzato quest'anno in Brasile, Colombia e Messico, dove dominano i cartelli della droga. In India, in Cambogia e in alcuni paesi africani prevalgono invece i crimini ambientali.

L'Europa non è stata risparmiata. Almeno due dei suoi reporter investigativi più acuti e brillanti sono stati per il loro lavoro negli ultimi due anni: Daphne Caruana Galizia , e Ján Kuciak. Entrambi si erano interessati alle attività della mafia italiana nei loro paesi.

In Italia, Roberto Saviano è uno dei dieci giornalisti protetti giorno e notte dalla polizia In tutto, più di 200 giornalisti italiani hanno ricevuto una sorta di protezione della polizia l'anno scorso.

Ultima modifica: Sab 1 Dic 2018

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