Editoria: Crimi conferma la volontà di abolire il sostegno pubblico ai giornali

Sono scaturite nuove (inevitabili) polemiche dopo che il sottosegretario Vito Crimi ha nuovamente ribadito che intende abolire il finanziamento pubblico ai giornali entro il 2020. Via i fondi anche per spese telefoniche, per giornali all’estero e in lingua slovena.

Queste alcune sue dichiarazioni, durante la manifestazione del fine settimana al Circo Massimo: “Noi non attacchiamo ma difendiamo la libertà di stampa. La politica dà soldi che sono serviti a finanziare gli editori, a tenere in piedi giornali che nessuno altrimenti avrebbe comprato. E malgrado tutto l’emorragia continua, il giornalista è ancora sottopagato, chiudono tre edicole al giorno. Noi denunciamo queste cose con i fatti. E’ con grande orgoglio che vi annuncio che aboliremo il finanziamento pubblico ai giornali”.

Questo sistema, secondo lui, ha "premiato gli imprenditori e non i lettori, non l’informazione, non la libertà di stampa.“Nel 2019 – ha detto - dimezzeremo i contributi e nel 2020 spariranno del tutto”.

Poi ci sono i rimborsi per le spese telefoniche: 32 milioni di euro. “Nel 2019 li taglieremo e risparmieremo altri 32 milioni”.
Contributi pubblici, ha concluso Crimi -sono previsti anche per la stampa speciale per gli ipovedenti e non vedenti. Per questo tipo di editoria non sono previsti tagli.

Ultima modifica: Lun 22 Ott 2018

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