Lorusso e Giulietti confermati ai vertici della Fnsi

Raffaele Lorusso è stato rieletto segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, il sindacato dei giornalistii. Ha ottenuto al primo scrutinio 243 voti su 308. 50 preferenze per l'altro candidato, Paolo Di Giannantonio. La votazione è avvenuta nella serata del 14 febbraio. Anche Giuseppe Giulietti è stato riconfermato nella carica di presidente. La sua elezione è avvenuta nella prima riunione del nuovo Consiglio nazionale della Fnsi. Ha ottenuto, al primo scrutinio, 91 preferenze su 110 votanti. "Continuiamo a lavorare insieme contro tagli e bavagli, sempre più dalla parte dei cronisti e delle comunità minacciate da mafie e malaffare", ha detto.

Lorusso è pugliese, ha 51 anni, è giornalista di Repubblica ed era stato eletto per la prima volta segretario generale al termine del Congresso di Chianciano del 2015.

Tre i punti che ha indicato per il suo secondo mandato: “l'inclusione nel perimetro dei diritti, garanzie e tutele contrattuali dei giornalisti che lavorano senza poter contare sugli istituti economici e normativi assicurati dai contratti collettivi nazionali di lavoro”; “la difesa della dignità delle condizioni di lavoro, dentro e fuori dalle redazioni”; “il contrasto alle fake news, alle querele bavaglio, alle minacce ai cronisti”.

Poche ore prima era intervenuto per concludere, con la sua replica, i lavori di questi 28° congresso della Fnsi.

Ha ringraziato del “dibattito offerto”, nonostante qualche intervento che lui stesso ha giudicata come una “caduta di stile”.

«Dobbiamo interrogarci su dove stiamo andando noi e il Paese. La libertà di stampa in Italia è a rischio e il governo non perde occasione per delegittimare la nostra categoria agli occhi dei cittadini. Un chiaro esempio di questo sono i recenti attacchi dalle istituzioni alla stampa, accusata di non aver seguito nel modo 'giusto' il festival di Sanremo», ha detto Lorusoo.

«Urge un nuovo confronto serio dove ognuno rispetti il ruolo dell'altro. Rimane poi aperto – ha rilevato – il confronto con gli editori con un contratto da riprendere e portare avanti. Maggiore precarietà e appalti esterni senza rispetto delle regole significano tornare indietro. L'innovazione va declinata sulle nuove piattaforme, con nuove mansioni e una rinnovata visione sul futuro della professione. Va riconosciuto che il lavoro del giornalista è usurante, con retribuzioni sempre più basse e sviluppato su più ambiti da ricoprire contemporaneamente. Ecco perché serve un rinnovato confronto con gli editori e una presa di posizione chiara da parte dei direttori».

Infine il suo caloroso auspicio: «Dobbiamo portare avanti un'idea d'inclusione anche di tutti i colleghi che lavorano nel nostro settore. Rimettiamo al centro la nostra memoria condivisa, per lottare compatti verso un'unica direzione».

Ultima modifica: Sab 16 Feb 2019

UCSI - PI 01949761009 - CF 08056910584 - Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 224 del 29/09/2014 - Tutti i diritti riservati