'Dignità e riservatezza'. Il Garante richiama le regole per l'informazione sulle persone malate

Il garante per la privacy richiama anche i giornalisti al rispetto “della riservatezza e della dignità delle persone colpite dalla malattia”. E questo naturalmente vale pure per gli utenti dei social.

L’Ufficio del garante infatti sta ricevendo segnalazioni e reclami che lamentano “la diffusione sui social e sugli organi di stampa, anche online, di dati personali eccessivi (nome, cognome, indirizzo di casa, dettagli clinici) riguardanti persone risultate positive al Covid 19”.

Il requisito che viene richiamato è quello dell'"essenzialità" delle notizie che vengono fornite,. No dunque a dati personali dei malati che non rivestono ruoli pubblici, e anche in questo caso solo se “la conoscenza della positività assume rilievo in ragione del ruolo svolto”.

Sempre “devono essere evitati riferimenti particolareggiati alla situazione clinica delle persone affette dalla malattia”. Il rischio è infatti anche quello di una 'stigmatizzazione' permanente, “resa possibile dalla diffusione delle notizie sulla rete”.

L’obbligo e la cautela valgono anche per gli amministratori pubblici, “che spesso diffondono dati personali di persone decedute o contagiate senza valutarne interamente le conseguenze per gli interessati e per i loro famigliari”.

Ultima modifica: Mar 31 Mar 2020

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