Un'altra perdita per l'Ucsi. E' morto Angelo Sferrazza

In pochi giorni se ne sono andate due figure che hanno occupato un posto importante, nell’Ucsi e nella mia esperienza di vita. Una è Mariella Cossu, che per anni è stata tesoriera nazionale nella presidenza di Andrea Melodia Leggi qui), l’altro è Angelo Sferrazza, scomparso in queste ore e a cui mi ha legato una ancora più profonda amicizia, agevolata dalla sua origine marchigiana, di Fano. Angelo è stato il nostro segretario nazionale durante la presidenza di Massimo Milone.

Mariella, sarda, ha messo la sua umanità, la sua passione e competenza a disposizione dell’associazione. Il ricordo più bello è a Pistoia, quando mi fu assegnato il premio Greenaccord Sentinella del Creato. Era lí, come si potrebbe dire, con il suo tifo affettuoso, a rappresentare la nostra Unione, a testimonianza che quel riconoscimento era davvero il frutto di un lavoro che non era solo personale. Recentemente avevo chiamato Mariella per farle gli auguri, per fare due parole, non sentendola da tempo, e ho saputo che la sua candela si stava spegnendo.

Angelo, uomo colto, navigato, di mondo, aveva una conoscenza sconfinata, in particolare delle vicende internazionali, soprattutto di Medio Oriente e di Stati Uniti, due mondi uniti nella stessa scacchiera. Una preparazione che ho potuto sperimentare nel corso di un viaggio, insieme, in Terra santa, due anni fa. Sapeva tutto e la consapevolezza di saperlo gli permetteva una disinvoltura impressionante negli incontri con autorità e giornalisti locali.

Giornalista Rai, nell’esperienza Ucsi è stato vicepresidente e segretario nazionale. Chi ha condiviso con lui quel periodo ne ricorda, appunto, il notevole spessore intellettuale e anche il carattere molto deciso. Aveva tanta energia, che ultimamente canalizzava in un blog, molto seguito, per la competenza e la conoscenza di dinamiche internazionali essenziali per capire equilibri spesso nascosti e individuare prospettive di soluzioni che puntualmente poi si avveravano.

Si era formato nel "Popolo" e aveva maturato una sua capacità di navigare in ambienti anche politici difficili: quando lo definivano ‘vecchia volpe democristiana’ non si mostrava infastidito. Anzi ne era orgoglioso, perché gli si riconosceva una classe e uno spessore ormai pressoché irreperibili. E lui, quei personaggi che avevano fatto la Costituzione, li aveva conosciuti, bene o male, tutti.

Scriveva anche per il giornale dell’Associazione Carabinieri, segnalava i suoi pezzi attraverso i social, e leggeva tanto, seguiva tutto. L’ultimo messaggio, poche settimane fa. Aveva visto un mio articolo su Avvenire e ci teneva a farmi sapere che gli era piaciuto. Un modo per sentirci vicini.

La sua ‘scorza’ da uomo si mondo era stata scalfita dalla malattia e dalla morte della moglie. Un colpo durissimo, che avevo cercato di attenuare con il libro di padre Alberto Maggi: “Chi non muore si rivede”, un ‘farmaco’ che più che rigenerare resuscita. Mi aveva ringraziato, perché aveva trovato il modo di continuare a vivere meglio sentendosi più vicino alla moglie. Così era riuscito a tornare alle sue passioni civili, il diritto dovere e valore del giornalismo, della politica, dell’Europa, cominciando dall’antifascismo e dalla Resistenza. Come tutti temeva questa pandemia, che ha accorciato quella strada, che aveva voluto cominciare lentamente a percorrere per raggiungere la persona che più aveva amato.

sferrazza varagonaVineenzo Varagona e Angelo Sferrazza insieme in Terra Santa

Ultima modifica: Ven 4 Dic 2020

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