Fieg e Fnsi denunciano ritardi e inadempienze del governo in materia di editoria. Al centro delle critiche dei sindacati di giornalisti e editori le vicende delle tariffe postali per le spedizioni dei giornali in abbonamento e i tagli ai fondi all’editoria. Ferite ancora aperte nonostante accordi già trovati che però non si traducono in azioni concrete. Una situazione, scrive la Fieg, “davvero insostenibile”. Per quanto riguarda le tariffe postali, denunciano le due organizzazioni sindacali, nonostante un accordo “obbligato” siglato un mese e mezzo fa tra l’amministrazione delle Poste e le organizzazioni degli editori, questo non è ancora stato reso operante per la mancanza del necessario decreto di recepimento dell’intesa”. L’accordo siglato a fine luglio, ricorda la Fieg, prevedeva la decorrenza dal 1 settembre. Invece, l’allungamento dei tempi, scrivono ancora in una nota gli editori, peggiora il danno causato alle imprese editrici che “dal primo aprile 2010 sostengono un maggior costo del 120% per le spedizioni in abbonamento postale, sopravvenuto in corso d’anno, e quindi assolutamente non previsto nei propri bilanci”. Per questo motivo anche la giunta della Fnsi, in un comunicato “rivolge un forte appello al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, alla cui attenzione e firma finale è sottoposto in questi giorni il decreto, affinché sia immediatamente emanato”. “Peraltro – continua il sindacato dei giornalisti – si tratta del male minore per attenuare i danni, considerato che le Poste hanno accettato di negoziare una tariffa comunque a costo più elevato di quella precedente, sia pure ridotta rispetto agli incrementi automatici scattati il primo aprile scorso. Molte testate soprattutto periodiche hanno già dovuto sospendere o ridurre le pubblicazioni, con ripercussioni sulla stabilità dell’occupazione, non solo giornalistica”. Per quanto riguarda i fondi statali all’editoria, sottolineano Fnsi e Fieg, il problema è grave, in particolare “per il settore no profit per il quale, tuttavia, il Parlamento ha destinato uno stanziamento di trenta milioni di Euro, che continua però a mancare all’appello, senza alcuna giustificazione”. Sempre in materia di fondi, scrive ancora la Fnsi, “si pone urgentissima l’esigenza di una normativa di indirizzo per le garanzie sociali e retributive delle prestazioni da lavoro giornalistico autonomo, sempre più individuabile come una forma di inaccettabile precarietà e luogo di tante ingiustizie”. Il governo, secondo il sindacato, con i suoi ritardi ed inadempienze “sta contribuendo direttamente alla crisi del lavoro nel settore dell’industria editoriale, con i tagli generalizzati dei fondi, senza prima una riforma concertata per nuovi criteri oggettivi e realmente finalizzati al sostegno del bene pubblico informazione del suo pluralismo e dell’occupazione regolare”. Perciò conclude la Fnsi, “gli annunci non bastano più e, con i drastici tagli in corso senza visione prospettica di uno scenario futuro sostenibile, anche la bozza di nuovo regolamento per l’erogazione dei contributi residui, non ha alcun senso”. (informa)

