6 Gennaio 2011
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BOOM DELLE MICRO WEB/TV: NEL 2010 ONLINE 436 CANALI, +52% SULL’ANNO PRECEDENTE. IN PRIMO PIANO INFORMAZIONE TERRITORIALE E PROMOZIONE

webtvE’ un vero e proprio fenomeno italiano, quello delle micro web tv, che nel 2010 sono cresciute del 52% portando a 436 il numero dei canali disponibili, rispetto ai 286 del 2009. E’ il dato più eclatante dell’annuale monitoraggio Netizen 2010 dedicato agli Internet Citizen, ovvero i cittadini digitalizzati videomaker, promosso dall’osservatorio Altratv.tv. Dalla ricerca emerge innanzitutto la piaga del digital divide: soltanto poco più della metà delle micro web tv intervistate dichiara di trovarsi in una zona del paese totalmente coperta da banda larga (59%). Oltre un terzo trasmette da aree coperte solo in parte (35%), mentre c’è anche chi fa informazione sul web con un’assenza totale di banda larga (6%). Informazione territoriale (37%) e promozione (32%) appaiono ancora le leve maggiori che muovono i canali e le loro produzioni. In crescita la percentuale relativa alla presenza di canali tematici con proprie specificità (26%), ovvero canali legati a temi specifici e che animano community con identità ben delineate. Migliora anche il rapporto di queste antenne con la Pubblica Amministrazione, con la quale la maggior parte ha un rapporto basato sul riconoscimento e collaborazione (34%). In crescita anche il numero di micro web tv che intrattiene rapporti economici con realtà private (19%), mentre i finanziamenti pubblici (europei o PA) sono ancora pochi (2% e 9%). Piccole realtà, che registrano accessi fino a 3mila utenti unici al mese (43%) – anche se un buon 20% si inquadra in una forbice compresa tra i 7mila e i 10mila accessi unici mensili – con gruppi di lavoro tra 1 e 5 membri, la cui età media tende a elevarsi. Team maturi, dai 31 ai 40 anni (44%), appassionati di comunicazione e nuove tecnologie, che decidono di intraprendere l’avventura delle micro web tv. Poche le redazioni composte da “net-nativi” (4%), più consistente il numero dei canali i cui membri hanno un’età media tra i 21 e i 30 anni (34%). La multicanalità appare il trend emergente di un 2010 che ha visto crescere la scelta della ibridazione di formati e piattaforme. Le micro web tv monitorate associano al canale web-visivo altri prodotti web-oriented, anche di tipo tradizionale: si tratta nella maggior parte dei casi (68%) di blog, ma numerosi sono anche i webzine (21%) e le web radio (12%). I contenuti trasmessi vengono ancora confezionati utilizzando per lo più format noti al piccolo schermo; scende, tuttavia, la percentuale relativa a tg e servizi giornalistici (16%), mentre crescono documentari e reportage (16% e 17%). Sempre alta la percentuale di interviste presenti, scelte per la semplicità e immediatezza del formato (20%). Dato interessante: la presenza di rubriche, talvolta format specifici del canale e identificativi dello stesso (25%). La maggior parte di queste antenne producono format destinati esclusivamente al web (61%) con un aggiornamento della programmazione piuttosto frequente, in crescita rispetto ai dati 2009, che vede effettuare pubblicazioni quotidiane (39%) o settimanali (31%). La ricerca Netizen 2010 si compone anche di un’area dedicata denominata Micro-Zeitgeist – nome che trae spunto dalla ricerca annuale Google sullo “spirito dei tempi” – e dedicata e redigere le classifiche sulle parole più utilizzate in rete, in questo caso dalle micro web tv. In quest’ottica si attestano ai primi posti in classifica la narrazione degli eventi e i programmi culturali, entrambi quasi sempre territoriali a favore di una comunicazione di prossimità e di pubblica utilità attraverso la quale le micro web tv cercano di colmare un vuoto informativo. Aumentano i contributi sulla politica locale (8%), sulla cronaca (15%), sulle attività sportive anche minori (8%). Tra le parole ricorrenti del 2010 trionfano ambiente (73%), con tematiche ad esso associate rifiuti (26%), acqua (19%), Protezione Civile (19%) e clima (13%). A seguire, a sorpresa, arrivano il volontariato e il terzo settore (57%), quindi i temi economici e del lavoro, inquadrati nell’ambito della crisi: al terzo posto perciò ricorre la parola lavoro (43%). Seguono ancora i temi della legalità (37%) e – a sorpresa rispetto allo scorso anno – la parola ricerca (33%). (AFFARI ITALIANI)