12 Gennaio 2011
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CONGRESSO FNSI (2): SIDDI, SERVE UN PIANO PER COMBATTERE LA PRECARIETA’; DISASTRO NEL SERVIZIO PUBBLICO. GIUNTA FEDERALE: URGENTE RIFORMARE LEGGE SULL’EDITORIA; INTERNET E BLOG CONCORRENZA SLEALE

Galassia_01_10Serve un piano straordinario per combattere la precarietà: lo ha chiesto il segretario nazionale della Fnsi, Franco Siddi, nella sua relazione al Congresso della Federazione nazionale della stampa in corso a Bergamo.Siddi ha invitato gli organi federali a «sedersi al tavolo tutti insieme, con il contributo delle istituzioni, perché su questo piano si gioca il futuro della categoria e della democrazia in Italia». Nel suo intervento ha parlato del «dramma dei 131 lavoratori di ePolis, vittime di un’imprenditoria pirata» e «dei precari della Vinyls di Porto Torres richiusi nel carcere dell’Asinara». Poi ha richiamato gli imprenditori alla responsabilità sulla necessità di una riforma del welfare. «Ogni anno – ha spiegato – ci sono 1000-1200 nuovi giornalisti professionisti, a fronte di 200-250 nuovi posti di lavoro. Non basta il pronto soccorso, ma servono nuovi strumenti accanto a quelli tradizionali che accompagnino l’entrata dei lavoratori nella nuova informazione, che va offerta su base industriale». Rilanciando la necessità di allargare la base produttiva, ha invocato anche una riforma dell’accesso alla professione, che sia «competente e misurato», ricordando che «la flessibilità non ci è estranea, perché è nei contratti integrativi e in quelli nuovi, ma deve essere riconosciuta dagli editori». Il segretario della Fnsi s’è scagliato contro «i disastri del servizio pubblico televisivo penalizzato dal conflitto di interessi» e contro le concentrazioni nel mondo dell’editoria. «Non è giusto – ha detto – che le banche siano nelle compagini azionarie dei giornali»: e ha lanciato la proposta di creare a partire dalle fondazioni bancarie «un fondo per la libertà di stampa». Quindi il richiamo ai Governi sulla legge per l’editoria perchè «negli ultimi tre anni i fondi sono calati da 640 milioni a 180 milioni». E sul suo futuro: «Molti colleghi vogliono che mi ricandidi ed io accetto la sfida». Con un invito al sindacato a «essere attento alle nuove sfide e non alla competizione bottegaia. Da buon sardo non tollero le accuse infondate Siddi ha anche puntualizzato che l’editoria non e’ la Fiat: ”Qui le condizioni sono diverse. Il diritto di essere informati e’ un bene che non appartiene ne’ a Marchionne ne’ a Berlusconi, ma ai cittadini”.
Una riforma dell’editoria e delle sovvenzioni pubbliche al settore dell’informazione e’ urgente, anche se su questo terreno il bilancio del confronto con il governo in carica ”e’ stato deludente”. La denuncia e’ della giunta esecutiva dell’Fnsi che nella relazione diffusa al congresso mette nero su bianco le priorita’ per il rilancio del settore. A comunicare, appunto, da una riforma complessiva della legge dell’editoria e delle sovvenzioni pubbliche. L’Fnsi fa il punto della situazione alla luce dei progetti elaborati con i diversi esecutivi che si sono succeduti negli ultimi anni a Palazzo Chigi: il governo Berlusconi prima, quello guidato da Romano Prodi poi. Ma ‘tutti questi progetti erano rimasti sulla carta”. La stessa situazione che si sta ripetendo con il governo in carica: ”All’indomani del risultato elettorale – si legge nella relazione della giunta – ci rivolgevamo al nuovo presidente del consiglio per chiedergli di realizzare la riforma e del welfare di settore”. E anche in questo caso, lamenta la giunta esecutiva dell’Fnsi, ”al di la’ delle promesse e degli impegni, che non hanno mai trovato concretizzazione, si andava, invece, delineando un’azione tesa a ridurre gli stanziamenti finanziari per l’editoria”. Inoltre – ha concluso la giunta federale -i nuovi strumenti di comunicazione come internet e i blog rappresentano ”una concorrenza quasi sleale” per il giornalismo tradizionale che si affida soprattutto alla carta stampataA penalizzare la diffusione del tradizione ‘giornale’ sono, sempre a giudizio della giunta dell’Fnsi, anche le tv, a cominciare dall”’invasione del satellitare” e dal ”passaggio dall’analogico al digitale terrestre”. Ed e’ cosi’ che questa rivoluzione che nel giro di pochi anni ha investito il settore dei media ”ha moltiplicato quasi all’infinito l’offerta informativa”. Con una conseguenza drammatica: ”il drastico ridimensionamento del mercato pubblicitario”. I numeri parlano chiaro: nel 2009 i quotidiani italiani hanno perso il 16,4% delle entrate pubblicitarie e il 6% delle vendite. Situazione ancor piu’ drammatica per i periodici, che sempre nel 2009 hanno lasciato sul terreno il 29,3% della raccolta pubblicitaria subendo una flessione delle vendite pari al 9%. (ASCA, L’ECODIBERGAMO)