17 Settembre 2011
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L’ULTIMO SALUTO A ZIZOLA, VATICANISTA DEL DIALOGO E GRANDE AMICO DELL’UCSI. A SANTA MARIA IN TRASTEVERE UNA FOLLA COMMOSSA COMPOSTA DA AUTORITA’ ECCLESIASTICHE E TANTI AMICI. L’OMELIA OFFICIATA DA MONS. PAGLIA

98713e9c7e“Identità forti non hanno bisogno di erigere muri, sono i più deboli che costruiscono gli steccati».Questo pensiero di Giancarlo Zizola per una trasmissione radiofonica sul Concilio Vaticano II, letta dal figlio Filippo durante i funerali, ha fatto da evocativo epitaffio per il giornalista e scrittore, ricordato nella omelia di mons. Vincenzo Paglia come credente del dialogo, amante della pace, incarnato nello spirito degli incontri interreligiosi di Assisi.Le esequie, presente anche il cardinale Roger Etchegaray, si sono svolte nella basilica di Santa Maria in Trastevere (nella foto), concelebrate con monsignor Paglia da una ventina di sacerdoti, tra cui il direttore e il vicedirettore della sala stampa vaticana, Federico Lombardi e Ciro Benedettini, don Matteo Zuppi e don Marco Gnavi della Comunità di Sant’Egidio, don Giuseppe Costa, direttore della Lev, padre Gianpaolo Salvini, direttore di Civiltà cattolica, padre Gianfranco Grieco del Pontificio consiglio per la famiglia. Nella chiesa raccolta in silezio e preghiera, accanto alla moglie signora Lia e ai quattro figli di Zizola – nella stessa basilica frequentata dalla famiglia e dove è stata anche battezzata la sua nipotina Lilian – si sono raccolte migliaia di persone. Tra loro il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi, il portavoce Mario Marazziti e numerosi altri esponenti della comunità di Trastevere, numerosi i rappresentanti della stampa italiana e internazionale, tra cui il presidente della Federazione nazionale stampa italiana, Roberto Natale. E tanti esponenti dell’Ucsi di cui Zizola e’ stato esponente di rilievo. Monsignor Paglia ha ricordato Zizola come nonno felice e amante della sua famiglia, prima di ripercorrerne l’interesse per il dialogo tra le fedi, fin dal primo incontro di Assisi voluto da Giovanni Paolo II nel 1986 e ancora prima dal Vaticano II.Paglia ha anche raccontato che Benedetto XVI scorrendo i nomi dei partecipanti all’incontro di Monaco, aveva commentato «c’è anche Zizola», che Giancarlo era stato felice quando glielo hanno riferito. «Giancarlo Zizola – ha detto ancora il vescovo – era un credente appassionato della Chiesa, la amava e la voleva piena di simpatia per l’uomo di oggi, questo chiedeva senza mai scoraggiarsi, insistendo, come ci raccomanda la Scrittura, perchè lo spirito del Concilio soffiasse nella Chiesa portando a una svolta collettiva e permanente». «Una passione – ha ricordato Paglia – appresa da Giovanni XXIII, la cui figura Zizola ha saputo tratteggiare con efficacia e consegnarla al mondo intero nel libro ‘L’utopia di Giovannì. Diceva: se c’è stato papa Giovanni, Dio c’e». Il vescovo ha letto un messaggio in ricordo di Zizola inviato da monsignor Loris Capovilla, segretario di Giovanni XXIII: «Ha creduto e amato, sofferto e offerto. Io piccolo prete della chiesa cattolica, con gli occhi rivolti agli estremi confini del mondo lo ringrazio di avermi amato e compatito…». (VATICANINSIDER)