“Comunicare l’immigrazione. Guida pratica per gli operatori dell’informazione” è l’interessante volume recentemente pubblicato a cura del Fondo Europeo per l’Integrazione di Cittadini di Paesi Terzi 2007-2013. Una sorta di vademecum per capire più a fondo, e in maniera realistica, le diverse sfaccettature del problema, e aiutare i professionisti della comunicazione a far conoscere questo fenomeno come una importante risorsa di sviluppo, sia per la società ospitante che per il popolo dei migranti. Diversi sono gli argomenti trattati al suo interno.
Dopo una “sitografia ragionata”, ovvero un elenco di tutti i siti più seri e aggiornati, non solo italiani, ma anche europei, sul tema migrazione, entra subito nel dettaglio con una descrizione molto accurata dello scenario migratorio nel periodo che va dall’Unità d’Italia al 2010. Ecco alcune cifre: siamo passati dallo 0,4% del 1861, al 0,3% del 1921 e del 1925, fino al 7,5% del 2010, che ha fatto registrare quasi 5 milioni di stranieri regolari nel nostro Paese, presenti soprattutto nelle regioni del Nord Ovest. Una proiezione fino al 2050 arriva a prevedere la presenza di oltre dodici milioni di stranieri contro 55 milioni di italiani, il 20% circa della popolazione.
Il secondo capitolo, molto tecnico ma indispensabile per avere un quadro concreto della situazione, riguarda il quadro legislativo nazionale in materia di immigrazione e le relative competenze istituzionali, mentre il terzo propone una sintesi comparata tra i diversi Paesi europei. Anche in questo caso emergono numeri molto significativi. Secondo dati del 2009, la popolazione straniera in Europa è concentrata prevalentemente in 5 Paesi: al primo posto la Germania con 7.130.919 (pari all’8,7% della popolazione), seguita da Spagna con 5.663.525 (pari al 12,3%), dal Regno Unito con 4.367.605 (pari al 7,0%), dall’Italia con 4.235.059 (pari al 7,0%) e dalla Francia con 3.769.016 (pari al 5,8%). Nell’ultimo decennio l’aumento più forte si è registrato in Spagna (quasi 6 volte) e in Italia (oltre il raddoppio). Tornando alla situazione specificatamente italiana, l’ultima parte del libro porta a riflettere sul rapporto dei media italiani con l’immigrazione, fornendo alcune linee guida per una informazione sempre più corretta. In particolare viene sottolineata la necessità di evitare “il linguaggio della estraneità”, dello straniero visto cioè come “colui che viene dal di fuori”, ma trattandolo sempre come una parte attiva e integrante della comunità nazionale. In fine (prima dell’indispensabile Glossario, ecco alcuni esempi positivi di immigrazione, per testimoniare, con ancora maggior forza, come nel mondo contemporaneo abbia poco senso parlare ancora di confini geografici o politici.
Insomma si tratta di un grande, e soprattutto utile, lavoro informativo per gli operatori dell’informazione che ci piace riassumere con un breve testo, anonimo, che circola da alcuni anni su Internet: “Il tuo Cristo è ebreo, la tua democrazia è greca, la tua scrittura è latina, i tuoi numeri sono arabi, la tua auto è giapponese, il tuo caffè è brasiliano, il tuo orologio è svizzero, il tuo walkman è coreano, la tua pizza è italiana, la tua camicia è hawaiana, le tue vacanze sono turche, tunisine o marocchine, cittadino del mondo, non rimproverare il tuo vicino di essere straniero”.
Comunicare l’immigrazione
Guida pratica per gli operatori dell’informazione
A cura del Fondo Europeo per l’Integrazione di Cittadini di Paesi Terzi 2007-2013
Realizzato da: Lai-momo e Centro Studi e Ricerche Idos

