15 Maggio 2012
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SALONE LIBRO: PRIMAVERA DIGITALE CHIUDE TRA SCETTICISMO ED ENTUSIASMO

torino_libriUn salone del libro dedicato all’editoria digitale, tra scetticismo ed entusiasmo. Questa la dicotomia dominante della kermesse culturale che si e’ concluso a Torino. Il fatto che l’ebook sia stato recentemente inserito nel paniere Istat ha costretto il mondo della editoria tradizionale ad imporsi una riflessione sul futuro del libro. C’è chi è pronto a scommettere che il supporto digitale non sfonderà mai e per questo guarda agli ebook come ad un sottoprodotto. Lo spazio “Book to the future” è,pero’, affollato di gente curiosa e in qualche caso in cerca di risposte. In molti casi però si finisce di parlare più dei supporti e delle questioni legate al diritto di autore, che di contenuti. Forse perché il dibattito tra l’editoria digitale e l’editoria tradizionale non è altro che una guerra tra mezzi. Si parla di odore della carta, comodità del libro di carta che non stanca gli occhi durante la lettura, non si parla mai delle storie.
E’ ancora una lotta tra scatole, ma qualcosa si sta muovendo grazie alla sperimentazione audace di alcuni piccoli editori che riescono ad osare a basso costo. Il libro digitale è tale quando riesce ad offrire un prodotto diverso rispetto alla carta. Usare supporti nuovi con contenuti “vecchi” non ha senso e avvalora la tesi di tutti quei lettori che fanno confronti tra digitale e cartaceo, finendo per preferire quest’ultimo. Quello che emerge dalla Fiera è che il mondo dell’editoria tradizionale abbia fino ad oggi considerato le versioni digitali dei propri libri come una versione speculare di quella cartacea. Un subprodotto per i maniaci della tecnologia. Difficilmente si trovano nei cataloghi collane interamente digitali, di sperimentazione. Quello che è mancato finora è stata una maggiore audacia e una visione del futuro che sapesse immaginare collane dedicate a tutte quelle cose che la carta ed il mondo della distribuzione (che soprattutto per i piccoli e medi editori rimane un ostacolo) non permetterebbero. E se per molti è ancora “un inverno digitale” ci sono editori che sulla scia di una leggera brezza hanno cominciato a volare imponendosi come innovatori, in un mondo che certe volte sembra aver perso la propria creatività. L’editoria digitale in un momento di crisi come questo può diventare un motore per la nuova economia del libro e del giornalismo. Qualcuno sembra averlo capito.(AGENPARL)