16 Maggio 2012
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EDITORIA: STATO DI CRISI DEL RESTO DEL CARLINO, LA NAZIONE ED IL GIORNO. IL GRUPPO HA OLTRE MILLE DIPENDENTI E GLI ESUBERI SARANNO NON MENO DI 50

ilgiornoIl Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno sono in stato di crisi. La Poligrafici Editoriale chiederà al Ministero del Lavoro che venga dichiarato lo stato di crisi di tutto il gruppo. La decisione è stata presa in seguito all’andamento economico negativo dell’azienda anche se le dichiarazioni ufficiali facevano pensare al contrario. Per far fronte alla crisi la Poligrafici potrà trattenere una somma dagli stipendi dei suoi dipendenti in misura proporzionale ai loro compensi e mandarli in pensione.La notizia e’ stata resa nota da Affaritaliani.
Il risultato netto del bilancio consolidato del 2011 è +0,3 milioni di utili di esercizio ma ottenuto solo grazie alla vendita per 4 milioni di un terreno in Toscana; il risultato senza la vendita del terreno sarebbe una perdita e confermerebbe il trend negativo degli ultimi esercizi: -12 milioni nel 2008, -4 milioni nel 2009, -2 milioni nel 2010. E’ quanto risulta da un documento ufficiale, di cui siamo venuti a conoscenza in esclusiva, e che la direzione ha presentato in questi giorni: “Piano di riorganizzazione in presenza di crisi 2012 – 2014”, che contiene la proposta di ridimensionamento del numero di dipendenti. La Poligrafici è la casa editrice del gruppo Riffeser Monti ed è il quinto gruppo editoriale italiano. Aveva un fatturato di 242 milioni di euro nel 2009 e 1180 dipendenti.
Il Quotidiano Nazionale-QN è il network del gruppo che ha una larghissima diffusione nel centro- nord Italia e fa perno su tre principali città: Bologna con Il Resto del Carlino, Firenze con il quotidiano La Nazione, Milano con Il Giorno.. Il documento recita: “Sul piano diffusionale il mercato è in fase di ripiegamento in pressoché tutte le sue componenti. Sul piano pubblicitario è in atto una forte diminuzione degli investimenti che interessa tutti i mezzi e con particolare intensità quelli stampati”.
Il piano esposto all’assemblea dei redattori de Il Resto del Carlino è stato approvato il 14 Maggio. Adesso gli aiuti di Stato ed eventuali ammortizzatori dovrebbero venire incontro al colosso editoriale a meno che la decisione del Governo sia di avviso contrario vista la difficoltà economica in cui versano anche altri settori produttivi. Per il gruppo c’è stata una contrazione del -2,7% nel 2011 ma non così grave come quella del 2010 di -4,2%. I ricavi di vendita dei quotidiani del gruppo sono passati dai 93,5 milioni di euro del 2010 a 90 milioni del 2011. L’andamento della concessionaria di pubblicità S.P.E. ha visto passare le proprie entrate dai 95,2 milioni di euro del 2010 ai 92,2 milioni nel 2011 con una perdita di fatturato del 3,2 %. La condizione del grande colosso sembra lo specchio del Paese: vendere delle proprietà immobiliari per restare a galla.
Attualmente al gruppo, che ha approvato il piano della direzione, risultano esserci circa 55 esuberi. Ci sarà una quota di prepensionamenti che ridurrà l’effetto delle quote di solidarietà dei dipendenti ma la sostanza del caso non cambia.
Il presidente e amministratore delegato Andrea Riffeser Monti aveva già nelle settimane passate rilasciato interviste che facevano presagire una volontà di rilanciare il gruppo e che forse era sentore della sua difficoltà: “Facciamo un appello al governo e alle forze politiche per rilanciare l’economia anche attraverso la defiscalizzazione e la detassazione per chi investe in pubblicità” aveva detto.
La contrazione dei consumi (-2,6% nel 2011) e la flessione degli introiti pubblicitari (-5,7%) mette in crisi anche i settori sani della stampa nazionale ma il rapporto della Federazione Italiana Editori Giornali ha confermato un incremento dell’1,8% dei lettori di quotidiani cartacei e soprattutto di quelli on line che letteralmente volano (+26%). Per tanto la richiesta di informazione cresce. Pare comunque che il governo dei tecnici abbia finalmente avviato le consultazioni per una riforma del settore. Ora bisognerà capire se lo Stato avvierà una riforma in grado di superare le forme assistenziali del passato oppure ripiegare sui soliti contributi statali a pioggia. Chi è al passo coi tempi e con il resto dell’editoria mondiale sa che i contributi assistenziali servono a poco e non permettono di liberare un mercato drogato dal finanziamento statale che blocca la libertà economica e di informazione . Il gruppo Poligrafici Editoriale è quotato in borsa. (AFFARITALIANI)