21 Luglio 2012
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GIORNALI FISC: L’OPINIONE DEL TERRITORIO. NEGLI EDITORIALI DEI SETTIMANALI CATTOLICI LE VIOLENZE ANTIRELIGIOSE, LA CRISI , L’ATTUALITA’ POLITICA

salentoLe violenze antireligiose nel mondo, la crisi, l’attualità politica italiana, alcuni fatti di cronaca, l’attualità ecclesiale… Sono alcuni degli argomenti di cui parlano gli editoriali dei settimanali diocesani aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) in uscita in questi giorni. Ne proponiamo una rassegna.
Violenze antireligiose. “Cristiani perseguitati nel mondo: 200 milioni”. È il “dato allarmante” che accomuna molti editoriali dedicati alle violenze antireligiose che si registrano ogni giorno nel mondo. “In Nigeria – osservaBruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone) – si hanno ingenti problemi, come dimostrano le cronache di assalti alle chiese tanto cattoliche che protestanti. Tragica è la situazione dei cristiani in Somalia e in Etiopia. La mappa del rischio include anche alcuni Stati dell’India, pur considerata patria di tolleranza religiosa. (…) E l’Occidente? Dà all’osservatore esterno un’impressione palpabile più che maligna: scende in campo per le battaglie dei diritti della libertà quasi sempre quando intravede vantaggi economici o sono messi in pericolo i suoi approvvigionamenti energetici. Insomma appare cinico”. Cammino (Siracusa) invita a non “rimanere indifferenti” dinanzi a “tanti (troppi) nuovi martiri”. Dall’inizio dell’anno, sottolinea il settimanale siciliano, “quasi ogni domenica, in Nigeria si ripete un rito osceno e macabro in cui i cristiani che vanno in chiesa sono massacrati da attentati da parte del movimento fondamentalista islamico Boko-Haram. Ritornano dolorosamente alla memoria le scene degli attentati alle chiese cristiane perpetrati nel giorno di Natale, funestato da 110 vittime. Le cifre globali sono impressionanti: le vittime registrate nel 2012 in Nigeria sono già più di seicento, quelle degli ultimi dodici anni oltre diecimila. Sono i martiri moderni: tanti, troppi”. Per Toscana Oggi (settimanale regionale), in Africa e in Asia “i cristiani sono minoranza inerme e spesso non protetta”. Lucio Bonomo, direttore della Vita del Popolo (Treviso), nota come “dopo duemila anni e nell’era della globalizzazione e della decantata difesa dei diritti umani, i discepoli di Cristo subiscono ancora discriminazione e persecuzione. Negli ultimi trent’anni gli attentati sono aumentati del 309%, il che significa che, in barba a tutte le campagne promosse dalle organizzazioni internazionali e l’impegno dell’Occidente a ‘esportare la democrazia’ e il rispetto dei fondamentali diritti umani, anche a costo di qualche guerra, sta aumentando l’intolleranza verso le minoranze cristiane”. In Siria, ricorda la Voce del Popolo (Brescia), “è in corso una vera e propria guerra civile. Da una parte, la repressione del presidente Assad e, dall’altra, le forze rivoluzionarie che chiedono, con altrettanta violenza, la fine del regime. In mezzo il dramma di una popolazione che registra l’immobilismo della comunità internazionale”. Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), propone un commento al tema scelto dal Papa per la 47ª Giornata mondiale della pace (1° gennaio 2013): “Beati gli operatori di pace”. Secondo “le indicazioni” di Benedetto XVI, evidenzia Rini, “sarà l’occasione per rimettere al centro delle riflessioni e dell’impegno la verità sull’uomo, nella pienezza del suo essere e della sua vocazione, con i suoi diritti fondamentali, a partire dalla libertà di coscienza, di espressione e di religione; la prima, questa, di tutte le libertà”.

Crisi e società. La crisi e i suoi effetti continuano a tenere banco sulle testate diocesane. “La crisi – scrive Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì) e della Fedeltà (Fossano) – reclamerà sempre più il fattore-volontariato, per non seminare vittime alla rinfusa, strada facendo. Su queste frontiere i cristiani hanno una ragione ulteriore per uscire da se stessi e dai propri tornaconti, spezzando il meccanismo impietoso del tutto… monetizzabile: c’è infatti un Maestro e Signore da seguire, sulla via di un consumarsi per l’altro a fondo… perduto. Perché il senso della vita sta, da cristiani, nella fraternità che salva e non nelle cose che appesantiscono”. Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), denuncia “l’uso troppo frequente degli alibi pro domo propria” che finiscono “per inaridire la pianta della vera solidarietà; la sensibilità anziché svilupparsi potrebbe via via prendere strade non accettabili”. Secondo Adolfo Putignano, direttore dell’Ora del Salento (Lecce), “senza inutili scoramenti o ingiuste illusioni, è importante verificare ogni giorno le scelte fondamentali della vita civile, progettando una società capace di riconoscere concretamente dignità a tutti e a ciascuno e superare le ammalianti tentazioni di chiusure nel proprio ‘particulare’. Dall’attuale crisi si possono aprire nuovi itinerari di ‘rinnovato umanesimo’”. Anche perché, ribadisce Luciano Sedioli, direttore delMomento (Forlì-Bertinoro), “al mercato stiamo sacrificando tanto, troppo, e la contropartita non si vede”. Il Ticino (Pavia), in una nota di Arturo Colombo, docente emerito dell’Università di Pavia, individua negli “Stati Uniti d’Europa” la via per “uscire dalla crisi”: “Prima sapremo raggiungere l’obiettivo di un autentico federalismo nel nome degli Stati Uniti d’Europa, e prima riusciremo a mettere l’alt all’odierna crisi”. Davide Maloberti, direttore del Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio), s’interroga su “dove trovare l’energia per ripartire”. E riflette: “I nostri avi ci hanno insegnato ad alzare lo sguardo. Per loro non significava aspettarsi semplicemente la manna dal Cielo, ma tirarsi su le maniche perché Dio era con loro. Perché anche noi non possiamo dire la stessa cosa?”. Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), è convinto che “l’Italia uscirà dalla crisi più solida di prima, capace di pensare un nuovo futuro, se saprà fare tesoro di questa crisi strutturale che dura oramai da più di quattro anni per fare fino in fondo i conti con le responsabilità e omissioni accumulate”. Per Giampiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), “l’idea di una collaborazione, libera e spontanea, dei cittadini per far fronte alle difficoltà comuni è un’idea sana. È la vera via d’uscita dalle difficoltà, ma presuppone una forte cultura di solidarietà civile che nel nostro caso è piuttosto scarsa. (…) La nostra fragilità di fronte al terremoto economico e finanziario dipende anche dallo scarso senso civico, che è il senso del bene comune”. Di “bene comune” parla anche Emmaus (Macerata), commentando il primo Rapporto Censis sulla cooperazione in Italia, dal quale emerge che “il settore della cooperazione sociale ha registrato, negli anni 2007-2011, un vero e proprio ‘boom’, con una crescita del numero dei lavoratori del 17,3%”. La cooperazione, spiega il settimanale marchigiano, “è una forma che riesce a coniugare efficacemente reciprocità e impegno civile. Può rendere cioè possibile un’ordinata sinergia tra la dimensione comunitaria dell’essere umano e del lavoro – il valore della mutualità – e il contributo alla crescita del bene comune”. A proposito di cooperazione sul Nuovo Diario Messaggero (Imola), Giovanni Bettini, presidente Confcooperative del circondario imolese, e Sergio Prati, presidente Legacoop Imola, presentano l’iniziativa “Tempo di cooperazione: 7 settimane per 7 principi”, che verrà proposta dopo l’estate come “occasione di divulgazione dei sette principi cooperativi”.

Attualità politica. Al centro degli editoriali Fisc anche l’attualità politica italiana. “Sta emergendo – osserva Gino Mecca, direttore dell’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri) – un certo pessimismo che non giova alla ripresa del Paese, come non giova constatare l’immobilità della politica, incapace di trovare un accordo per mettere in cantiere quelle riforme da tutti ritenute necessarie, a partire da quella elettorale”. La Cittadella (Mantova) registra come “a metà circa del periodo di ‘armistizio’ concesso per salvare il salvabile da parte del governo Monti, riparte un assordante cicaleccio fatto di discorsi e annunci stantii, furbeschi, vuoti e inconcludenti a seconda dei casi”. Ai partiti, e ai diversi “proclami” che si sentono in questo periodo, si rivolge Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova). “Rimaniamo convinti – dice Frezza – che la crisi che stiamo attraversando richieda un di più di chiarezza proprio in ordine ai ‘fondamentali’ da cui ripartire, compreso con tutta evidenza il concetto di famiglia. Dai partiti, nessuno escluso, ci attenderemmo quindi parole chiare, non equivoche, non imprigionate nella sterile ricerca di unanimismi di facciata destinati poi a deflagrare quando sarà il momento delle scelte concrete”. Bruno Cappato, direttore della Settimana(Adria-Rovigo), interviene sul “tema delle intercettazioni telefoniche” che “occupa larghi spazi sulla stampa”, a partire dalla segnalazione del presidente della Repubblica. L’auspicio di Cappato è che “questo episodio, ultimo di discussione sulle intercettazioni, possa servire a maturare una posizione legislativa più rispettosa di tutte le parti interessate sul piano della ricerca della verità, della corretta informazione e del rispetto della persona”. Dell’impegno dei cattolici in politica parla Mario Cascone, direttore di Insieme (Ragusa), tracciandone una sorta di identikit: “Laici che sappiano inserirsi efficacemente nell’agone politico, portandovi dentro i valori evangelici della carità, della giustizia, della fedeltà alla propria coscienza. Urge un vasto movimento di Chiesa che proceda in questa direzione, perché non si può rinunciare, specialmente nella situazione italiana, a una massiccia, incisiva, convinta e convincente presenza dei cattolici nella vita politica”.

Fatti di cronaca. Sui settimanali cattolici spazio anche ad alcuni fatti di cronaca locale, nazionale e internazionale. Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), segnala che “nel nostro territorio l’estate si caratterizza per le numerose feste patronali e paesane che vivacizzano città e contrade”: sono occasioni “importanti” per “i rapporti con le molte persone – compresi i turisti e gli emigrati che tornano per l’occasione o quelli che assaporano da ospiti il calore italiano -, alle quali il ritrovarsi insieme, specie nel ricordo di un Santo, non può che ispirare un clima cordiale, rallegrare il cuore, far riprendere lena e magari anche volgere lo sguardo più sereno al cielo”. Luca Sogno, direttore del Corriere Eusebiano (Vercelli), sintetizza le “lettere dedicate al tema dei lavori che verranno effettuati per adeguare lo stadio Piola alle esigenze della serie B”, campionato cui parteciperà la Pro Vercelli. Dalle varie riflessioni emerge che “un investimento da un milione e 400 mila euro da parte del Comune su un immobile di sua proprietà (e anche di un certo pregio storico e architettonico) non pare una follia”. Sergio Nuvoli, direttore del Portico(Cagliari), fa il punto sull’integrazione dei rom a Cagliari, dove si sono evitati “sgomberi forzati, come avvenuto in altre città d’Italia”. Ora, aggiunge, “occorre rendere merito alle associazioni, e agli operatori, che in questi anni non hanno mai smesso di dialogare con i rom. È l’arma del dialogo che ha funzionato, sempre”. Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino), parla del “workshop terra cruda”, che richiama “l’idea della materia, del contatto diretto con il creato e dell’istintiva capacità dell’uomo di plasmare, modellare con le proprie mani per trasformare la ‘terra cruda’ nei luoghi e negli oggetti dell’abitare e del vivere quotidiano”. Elio Bromuri, direttore della Voce (Umbria), riferisce della morte di “un operaio di 42 anni, a Umbertide, nel suo primo giorno di lavoro”, ribadendo che “il lavoro è un fatto non di mani soltanto, né di assicurazioni e prevenzioni tecniche (tutte cose necessarie), ma di anima, di spiritualità, cioè di riflessione, di amore, di umanizzazione, di valorizzazione, che non si esaurisce nella giusta mercede”.

Attualità ecclesiale. Non mancano, sui settimanali diocesani, riflessioni sull’attualità ecclesiale. Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), propone una riflessione sulla “sorte dei profeti”, alla luce della liturgia della Parola di domenica 15 luglio. “Profeta – ricorda Frosini – è colui che parla in nome di Dio, da questi scelto direttamente, si direbbe (…), contro voglia, senza suoi meriti e anche senza preparazione. La forza gli verrà unicamente da Dio”. La Guida (Cuneo) propone una riflessione sull’educazione, alla luce degli Orientamenti pastorali “Educare alla vita buona del Vangelo”. Oggi, si legge sul giornale cuneese, “i ragazzi e i giovani hanno bisogno, in modo particolare, di adulti che s’interessino veramente di loro. Hanno bisogno di persone prima che di cose! Hanno bisogno di essere riconosciuti preziosi non per quello che fanno, ma per quello che sono. Il bisogno primario, poi, dei figli verso i loro genitori è che questi si amino, siano uniti e contenti della loro vita di genitori”. Di educazione si occupa anche Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste), prendendo spunto da un episodio di cronaca: una farmacista che “non vuole vendere i preservativi”. Questi, scrive Fontana, rappresentano “la tecnica allo stato puro, lo strumento trasformato in fine, la concentrazione sul come fare piuttosto che sul senso del nostro fare”. E “noi non possiamo consegnare i giovani in mano alla pura tecnica”. La Voce Alessandrina (Alessandria) informa, infine, che “anche quest’anno la diocesi si ritroverà, all’inizio dell’anno pastorale, presso il Santuario della Madonna della Creta in Castellazzo Borm ida”.(SIR)