La crisi, l’attualità politica, la liberazione della cooperante italiana Rossella Urru, le iniziative per l’estate promosse da parrocchie, associazioni e movimenti, l’attualità ecclesiale… Sono alcuni degli argomenti di cui parlano gli editoriali dei settimanali diocesani aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) in uscita in questi giorni. Ne proponiamo una rassegna.
Crisi e “spread”. “Un’estate… da spread”. È il titolo che accomuna molti editoriali dedicati alla crisi economica, alla possibilità di nuovi “attacchi speculativi” e alle scelte della politica. “Il primo dilemma che inquieta queste settimane – afferma Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina) – è il solito che si ripete dalla fine dello scorso anno: ce la faremo? Il secondo è ancora più inquietante: serviranno tutti questi sacrifici a salvarci dal baratro di un possibile default che ci vedrebbe tutti perdenti? La risposta pare unica: solo tutti insieme possiamo salvarci, ciascuno mettendo del proprio. Altre soluzioni sembrano improduttive”. Per Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova), “bisogna intervenire su quello che il presidente delle Acli, Andrea Olivero, ha chiamato con un’immagine felice lo ‘spread sociale’, prima che la forbice tra ricchi e poveri, garantiti e non garantiti si trasformi in un fossato invalicabile, ricreando in Italia un bacino d’indigenti quale non vedevamo più da mezzo secolo. Su tutto questo, ancora una volta, duole registrare l’inerzia della politica”. Pino Malandrino, direttore della Vita Diocesana (Noto), ribadisce che “quando usciremo da questa crisi, nulla sarà come prima. Se si dovesse tornare a crescere, i primi a beneficiarne non saremo certamente noi” perché “prima di noi, nella distribuzione della ricchezza, dovranno venire i poveri e le nuove generazioni, che fino ad oggi ne sono rimaste escluse”. Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), invita a non “dimenticare che ognuno di noi, pur piccolo e modesto, partecipa allo sviluppo del Paese, man mano che ne rispetta leggi e regole, rifuggendo dall’individualismo che uccide il senso di comunità e dall’idea che ‘tocchi ad altri’ fare quel che tocca invece a ciascuno di noi, nessuno escluso”. Ad esempio, aggiunge Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), “gravissimo moralmente è usufruire di esenzioni avendo truccato il proprio reddito o evaso le tasse così da percepire una pensione minima, nonostante magari gli appartamenti accumulati. Si chiama rubare. (…) Risparmi, lotta agli sprechi, tagli di doppioni e inefficienze sono un valore morale”. Al riguardo, Bruno Cappato, direttore dellaSettimana (Adria-Rovigo), evidenzia che “non è possibile che tanti abbiano privilegi da non essere nemmeno lontanamente toccati dalle ormai diffuse preoccupazioni dei più. A cominciare dagli onorevoli per passare ai dirigenti della macchina statale”. PerToscana Oggi (settimanale regionale), “uno Stato e una nazione che desiderino ancora guardare con ottimismo al proprio futuro non possono più permettersi di costringere all’affanno chi, silenziosamente, si batte ogni giorno per assicurarlo”.
Crisi e politica. “La famiglia e il lavoro – ricorda il Momento (Forlì-Bertinoro) – sono i due ambiti primari dove una generazione mette le radici e fa le prime prove di volo. La nostra classe politica, sottovalutandoli colpevolmente, si comporta come l’orchestrina che continua a strimpellare musichette mentre il Titanic si sta inabissando”. Per questo Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), si rivolge ai partiti: “Nel cuore di una crisi europea acuita dalla mancanza di solidarietà tra gli Stati membri dell’Unione (…) il primo passo da fare è quello di tacere un poco di più e di collaborare per il bene del Paese”. Dello stesso avviso èLauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), per il quale “se la sobrietà nella comunicazione è una virtù consigliata sempre, in stagioni di tempeste e marosi come le attuali, diventa assolutamente necessaria da parte di tutti”. Dal nazionale al locale… Cammino (Siracusa) fa il punto della situazione in Sicilia, con le imminenti dimissioni del presidente della Regione (31 luglio) e la possibilità per l’Isola di “trovarsi sull’orlo del baratro”. “Prepariamoci tutti ad affrontare le ‘insidie’ della prossima tornata elettorale – questo l’appello finale del settimanale siciliano -. Facciamolo con serietà e impegno: il futuro di questa nostra terra tanto martoriata è nelle mani di ognuno di noi!”. Riguardo ai tagli delle Province annunciati dal governo, Roberto Pensa, direttore dellaVita Cattolica (Udine), ricorda che “le Province non si possono abolire, nemmeno nella nostra Regione speciale. La Costituzione le indica come un’articolazione necessaria del nostro ordinamento. Possiamo accorparle come vogliamo, ridisegnarne le competenze in modo assolutamente originale, ma cancellarle no! Ci vorrebbe, infatti, una modifica costituzionale”. Giampiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), allarga lo sguardo alla situazione politica europea. E sottolinea: “La vera via d’uscita, secondo l’opinione dei più veri europeisti, non sta nell’Europa a due velocità e nemmeno nei provvedimenti che sono stati presi nelle scorse settimane. Questi sono certamente utili per tamponare le falle che farebbero sprofondare la nave. Ma la vera salvezza sta nell’integrazione politica degli Stati europei. La nascita di una vera autorità che possa prendere decisioni per il bene comune e che potrebbe unificare le due anime dei popoli europei”. La Guida (Cuneo) evoca “il rischio di contagio che corre la democrazia nel mondo”. Infatti, “non sfugge ad alcuno che, in questa grave congiuntura di crisi, non solo finanziaria ed economica, ma anche sociale e politica, continua a indebolirsi, nei Paesi Ue, la democrazia rappresentativa e non sono sufficienti anche generosi movimenti di democrazia partecipativa a salvaguardare importanti elementi di democrazia sostanziale”. Si tratta di “un tema scottante che sarà inevitabilmente all’ordine del giorno nei prossimi mesi, e non solo in Italia”.
“Rossella Urru è libera”. Al centro degli editoriali anche la vicenda di Rossella Urru, la giovane cooperante sarda rapita nella notte tra il 22 e il 23 ottobre 2011 nel campo profughi saharawi di Hassi Rabuni, nel Sud-Ovest dell’Algeria, e liberata dopo 270 giorni, il 18 luglio. “‘Rossella Urru è libera’. Dall’ottobre scorso – osserva Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte(Camerino-San Severino Marche) – era una frase sospirata e attesa ogni volta che giornali o televisione ne parlavano. Era un’attesa che ha tenuto con il fiato sospeso non solo la Sardegna, ma l’intera Italia”. Marco Piras, direttore dell’Arborense (Oristano), è stato “tra i giornalisti che hanno seguito il suo rientro all’aeroporto di Ciampino e nella sua Samugheo. (…) Davanti ai suoi compaesani – riferisce Piras – Rossella ha ricordato Giovanni Loporto – rapito in Pakistan lo scorso gennaio e ancora in mano ai sequestratori – e ha lanciato un appello affinché i popoli oppressi, che vivono quotidianamente nella sofferenza, non vengano ricordati solo in occasione dei sequestri o delle successive liberazioni. Occorre intervenire ‘prima che la violenza diventi l’unica scelta’, ha aggiunto quando un lungo applauso ha interrotto il suo saluto. Grazie a te, Rossella. Con le tue parole e il tuo ritorno, da oggi, siamo tutti più liberi”.
Estate 2012. Sui giornali Fisc spazio anche ad alcune riflessioni sul tempo estivo, le vacanze e le iniziative promosse da parrocchie, associazioni e movimenti. La Cittadella (Mantova) pubblica il “saluto e l’augurio” del vescovo Roberto Busti. “Non mi ha mai sfiorato neppure nella fantasia – scrive mons. Busti – l’idea che dovessi salutarvi per l’estate parlando del terremoto che ha sconvolto alla radice le nostre Comunità, il nostro territorio, le nostre case, le nostre industrie e le nostre chiese: eppure è capitato! (…) Ora però dobbiamo riprenderci. Una prova così non può lasciarci solo inebetiti. (…) E poi dobbiamo tutti rimboccarci le maniche: i gemellaggi proposti non ci fanno comodo perché portano qualche soldo così necessario, ma soprattutto per scoprire e valorizzare quella solidarietà che diventa fraternità, utile a chi dona insieme a chi riceve. Agosto è tempo di pausa e di riposo, spero per tutti. Ma anche di riflessione e di ripresa con animo ancora preoccupato, sì, ma non privo di speranza”. Luigi Taliani, direttore di Emmaus (Macerata), parla delle proposte per l’estate promosse in diocesi, notando che “sono migliaia i ragazzi che partecipano ai campi-scuola organizzati da tutte le parrocchie, così come sono tanti coloro che vivono iniziative intense di fede come il pellegrinaggio diocesano a Santiago de Compostela. Non mancano offerte rivolte alle famiglie per vivere esperienze condivise di gioia e fede, come ad esempio la settimana estiva prevista a Frontignano dal 19 al 26 agosto. Una fioritura di proposte e opportunità, dunque, tramite le quali il Signore ci invita a ‘ritirarci in disparte’ e a ‘riposarci un po” per ripensare non tanto a quello che noi facciamo, quanto piuttosto a quello che realmente siamo”. Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), consiglia “qualche lettura costruttiva, qualche visita a un santuario o a un monastero, qualche momento di riflessione e di meditazione… Il cristiano organizza il suo riposo con intelligenza e spirito di fede. I risultati si potranno constatare quando l’incipiente autunno ci ricorderà che ricomincia il tempo del lavoro”. Bonifacio Mariani, direttore del Nuovo Amico del Popolo (Chieti-Vasto), riflette sull’importanza della formazione anche durante il periodo estivo: gli adulti sono chiamati, in modo particolare, a “rivedere e mettere bene a fuoco un progetto di vita che sia innanzitutto esperienza personale vissuta e testimoniata, e poi insieme di valori ben elaborato, il bene più prezioso e importante da proporre ai figli. Su questa linea, a sostegno e accompagnamento con la famiglia, anche lo sforzo delle nostre comunità cristiane che si rinnova offrendo esperienze estive di varia forma, da quelle più ricreative a quelle formative, a quelle veramente spirituali”. La Voce Alessandrina (Alessandria) pubblica il messaggio per le vacanze del card. Giuseppe Versaldi, amministratore apostolico della diocesi, che augura “a tutti di poter godere di un tempo di riposo e di ristoro del corpo e dello spirito”.
Attualità ecclesiale. Non mancano, sui settimanali diocesani, riflessioni sull’attualità ecclesiale. Alessandro Repossi, direttore del Ticino (Pavia), informa che questa sarà “l’ultima estate senza la nostra cattedrale. Il vescovo Giovanni Giudici, da tempo, ha fissato le date del ritorno nella chiesa simbolo della diocesi. Sabato 13 ottobre ci sarà la ‘traslatio’ delle reliquie di san Siro dal Carmine al Duomo; domenica 21 ottobre l’ingresso solenne”. Il “ritorno nella cattedrale”, secondo Repossi, “può restituirci quella forza che è mancata in questi anni. La forza di uomini e donne che vogliono bene a Pavia e al suo territorio. Uomini e donne che ritrovano il senso più profondo della loro fede per affrontare le difficoltà di ogni giorno. E il Duomo, riaprendo le sue porte, sarà sempre pronto ad accoglierli”. Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), prende spunto dalla “benedizione del mare”, che si svolgerà domenica prossima, per ricordare che “‘benedire il mare’, com’è tradizione in città e in altre nostre località lungo la costa, diventa gesto importante. Come ‘benedire’ o ringraziare il Signore che ce l’ha donato, invocandone la protezione su chi lo solca per viaggio o per lavoro o per svago. Come coglierne insieme la sacralità e la poesia, il fascino e il monito, la grazia e la responsabilità. Quale fluido paradigma di ogni altro dono fragile e prezioso”. Marino Cesaroni, direttore di Presenza (Ancona-Osimo), commenta l’arresto del sacerdote della diocesi di Fano, don Giacomo Ruggeri: una “deflagrazione” che “non può essere letta che all’interno di un disegno in cui il demonio ha tirato i fili e le fila”. Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo(Brescia), spiega il “significato” del cambiamento di parrocchia per il prete: si tratta del “segno più eloquente della provvisorietà che realtà umanamente importanti e arricchenti hanno per la vita del prete. La rinuncia a queste cose fa male se il prete è un uomo autentico e come tale consapevole che la grazia del Signore non può che passare attraverso i colori e le sfumature della sua umanità. Ma la rinuncia – dover ‘tagliare’ per ‘ripartire’ altrove – è anche la radice della sua identità di apostolo del Regno di Dio. Ecco allora il secondo e più importante significato del ‘distacco’: è il segno tangibile e concreto della sua appartenenza al Signore”. Il Corriere Eusebiano (Vercelli) pubblica il messaggio dell’arcivescovo, padre Enrico Masseroni, per la festa del patrono sant’Eusebio (2 agosto). Questa festa, annota l’arcivescovo, “nel cuore dell’estate, sotto il sole caldo di agosto, richiama i vercellesi a fare memoria delle loro radici”. Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina) dedica l’editoriale all’Anno della fede (11 ottobre 2012 – 24 novembre 2013), voluto dal Papa per celebrare il 50° del Concilio Vaticano II e il 20° del Catechismo della Chiesa cattolica. “L’Anno della fede, secondo la Nota con Indicazioni pastorali – nota il giornale siciliano -, metterà in moto alcuni interventi e manifestazioni che non potranno ridursi a un semplice ‘azionismo’ o a operazioni di ‘attivismo propagandista’, bensì, opportunamente guidati, tali interventi favoriranno il consolidamento di una coscienza civile e religiosa, capace di diventare lievito e testimonianza nella massa, segno vero di ‘presenza cristiana’ nel mondo. La socializzazione delle esperienze delle diverse realtà ecclesiali potrà costituire uno stimolo a far meglio e a indirizzare in maniera costruttiva gli sforzi comuni”. Giovanni Tonelli, direttore del Ponte (Rimini), offre infine un viaggio nella memoria prendendo spunto da tre esperienze vissute nei giorni scorsi. Tra queste, la visita “a Barbiana, per una preghiera sulla tomba di don Lorenzo Milani”: “La chiesa, la casa sono lì, uguali a come le abbiamo viste in cento fotografie e filmati. Mi sembra quasi, in quel silenzio, di sentire la voce del Priore che discute con i suoi ragazzi la ‘Lettera ad una professoressa’ o che legge ‘L’obbedienza non è più una virtù’, rivolta ai cappellani militari, in difesa degli obiettori di coscienza. Sul fondo la scritta ‘I care’, lo stesso slogan che 30 anni fa diede inizio, in un quartiere riccionese carico di droga, all’esperienza di radio ‘Icaro’, appunto nel nome, la personalizzazione di quel messaggio. Quel ‘m’importa, me ne faccio carico’ continua a risuonare attualissimo nella mia testa fra le querce e i castagni di quel luogo sperduto che lo Spirito aveva scelto per un suo profeta”.(SIR)

