Sono liberi i quattro giornalisti italiani fermati a Cuba e il loro rimpatrio è previsto per lunedì. Gli inviati (la giornalista di Mediaset e inviata di Videonews a Cuba Ilaria Cavo ( nella foto), il cronista del MessaggeroVeneto Domenico Pecile, il fotoreporter del Corriere della Sera Stefano Cavicchi e l’operatore Fabio Tricarico) erano stati fermati a Cuba dove si trovavano per la vicenda del duplice omicidio di Lignano Sabbiadoro. Ai quattro cronisti è stata contestata la «violazione dello status migratorio» e nei loro confronti è stato effettuato un «procedimento amministrativo». L’accusa era proprio la «violazione dello status migratorio». Dopo un’udienza amministrativa dell’autorità migratoria cubana, è stata disposta per loro l’espulsione dall’isola. «Stiamo tutti bene – ha detto Ilaria Cavo al TgCom – sono state 24 ore molto complicate, ma siamo stati trattati in modo dignitoso. Ci hanno tolto i telefoni e tutto quello che avevamo, ci hanno ridato i nostri passaporti per poter rientrare in Italia, ma non ci è stato ancora formalizzato alcun provvedimento di espulsione».
LE REAZIONI – Forti, comunque, le reazioni dall’Italia: «Non c’è ragione alcuna che possa giustificare l’arresto dei quattro giornalisti italiani a Cuba – affermano in una nota Stefano Corradino e Giuseppe Giulietti, direttore e portavoce di Articolo21 -. La galera e il bavaglio alla libertà di informazione ci fanno orrore sempre, comunque e dovunque, tanto più in un paese che occupa una delle ultime posizioni nelle graduatorie internazionali della libertà dei media (classifica che peraltro condanna anche l’Italia per l’irrisolto conflitto di interessi)». «Il fermo dimostra ancora una volta – ha commentato il presidente dell’ Ordine dei giornalisti della Liguria, Allilio Lugli, che ha tra gli iscritti Ilaria Cavo – l’ottusità di un potere, di qualunque colore politico sia, che vede nei giornalisti un obiettivo da colpire e non la vera risorsa che sola può garantire il diritto all’informazione». «È una notizia che fa rabbrividire – ha sottolineato Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa – . Siamo vicini ai colleghi, ora in attesa di processo immediato, sollecitiamo il governo italiano ad insistere nella sua azione diplomatica perchè sia fatta chiarezza e venga indicato alle autorità cubane l’orrore compiuto da riparare immediatamente». (CORRIERE.IT)

