Non avere partiti di riferimento “é una condizione ideale, forse irripetibile, di lavoro. Non ho avvertito la pressione dei partiti nemmeno durante la campagna elettorale. Ho sentito due volte Berlusconi per il Milan, una volta Monti per l’intervista su Benedetto XVI, mai Bersani”. Lo afferma il direttore del TG1, Mario Orfeo, in un’intervista al Corriere della Sera. Entrando al Tg1, l’impegno era di “recuperare ascolti e contribuire a ridare un’immagine di credibilità e imparzialità”, spiega Orfeo. “Ho trovato l’edizione delle 20 al 21,66% di share e abbiamo chiuso marzo al 24,86%. L’edizione delle 13 guadagna l’1%. Numeri che parlano per entrambi gli impegni”. Orfeo bolla come “decisioni sue” le valutazioni di Augusto Minzolini sull’eventualità di chiedere il reintegro alla direzione del Tg1. Quanto all’inchiesta sugli straordinari pagati e non dovuti, “se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi, ma la redazione del TG1 non è composta da furbetti. L’accusa è falsa e inaccettabile”. Per il futuro del telegiornale Orfeo annuncia un “ringiovanimento”. “Ci sarà un ricambio. I direttori vanno via, i vertici aziendali si avvicendano. Può capitare anche ai conduttori del TG1, credo…”. (ANSA).

