27 Aprile 2013
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PROFESSIONE: GIORNALISTI SVIZZERI MANIFESTANO A LOSANNA E ZURIGO CONTRO TAGLI

  TFMF u540zceymbzzslavfd2y1ey0 6a4b9001-3e7c-499b-a981-53ca2bab174b 0 internaCirca 140 giornalisti romandi hanno manifestato alla stazione di Losanna contro i progetti di risparmio annunciati dal gruppo editoriale Tamedia. Una delegazione è in seguito partita alla volta di Zurigo, dove l’azione dimostrativa è proseguita davanti alla Kongresshaus, al cui interno si è tenuta l’assemblea generale dell’azienda. “Tamedia uccide i vostri media”, “le parole cambiano, la rapacità resta”, sono alcuni degli slogan scritti sugli striscioni esposti dai dimostranti a Losanna. “Quando è troppo è troppo, avete distrutto la fiducia, la passione che è il motore della stampa”, ha dichiarato Ludovic Rocchi, portavoce delle redazioni romande. Quest’ultimo ha pure messo in guardia Tamedia riguardo al “problema di immagine” di cui soffre nella Svizzera occidentale. Incomprensione per le misure di risparmio sono state espresse anche da esponenti politici, fra cui il consigliere di Stato vodese Pascal Broulis (PLR). Gli oratori hanno pure avanzato critiche per i nove licenziamenti già decisi in seno al gruppo questa settimana. A metà giornata la manifestazione si è spostata Zurigo. Circa 30 giornalisti si sono radunati davanti alla Kongresshaus distribuendo volantini agli azionisti riuniti in assemblea generale. A questi ultimi è stato chiesto di respingere la proposta di un dividendo di 4,50 franchi per azione e di optare per una somma dimezzata. Con i soldi raccolti – hanno spiegato -potrebbe essere creato un fondo per il mantenimento dei posti di lavoro, la qualità dell’informazione e la diversità della stampa. “Si tratta più che altro di un appello alla responsabilità, visto che Tamedia ha abbastanza denaro per non dover risparmiare ulteriormente”, ha dichiarato Roland Kreuzer, autore della proposta e membro di comitato del sindacato Syndicom. “Sarebbe un buon investimento per il futuro”, ha sottolineato. Le loro speranze sono però state gelate poco dopo dagli azionisti che, a larga maggioranza, non hanno voluto saperne di rinunciare alla metà dei loro dividendi. (TICINO ONLINE)