
RIVOLUZIONE MEDIATICA Altro che contenuti… È l’attenzione (in Rete) che attira la pubblicità
Uno dei siti finanziari più importanti, “Business Insider”, ha condotto un’indagine sulle abitudini mediatiche dei consumatori. Cade un mito: il contenuto di qualità e realizzato professionalmente non è più al centro del business dell’editoria multimediale. C’è una sola cosa che conta: “Il denaro (degli inserzionisti) segue le pupille degli occhi”. Quindi, via libera ai new media e ai social. Il futuro sarà l’“Internet delle cose”. Dalla domotica, per accendere il forno a distanza o controllare se ci sono stati ladri nella casa delle vacanze, agli apparecchi portabili per il monitoraggio della salute fino a quelli per il fitness. Nel frattempo, il sistema dei media sta subendo l’ennesima rivoluzione. Uno dei siti finanziari più importanti negli Usa “Business Insider”, ha condotto un’indagine su dati macroeconomici, tendenze e modifiche delle abitudini mediatiche dei consumatori. I risultati sono stati presentati la scorsa settimana dall’amministratore delegato di “Business Insider”, Henry Blodget. Non mancano le sorprese. La più importante riguarda la caduta di un mito. Per anni editori ed esperti di comunicazione si sono affannati a ripetere che “Content is the king”. Un mantra rassicurante per dire che, per quanto la rete abbia contribuito a costruire il fenomeno degli “User Generated Content”, news e video realizzati amatorialmente dagli utenti (il cuore del business miliardario di Google e del suo Youtube), in realtà il contenuto di qualità e realizzato professionalmente sarebbe stato sempre al centro del business dell’editoria multimediale. L’attenzione è monetizzabile. La ricerca di “Business Insider” sulle nuove abitudini mediali del popolo digitale invece ha distrutto questo mito. “C’è una sola cosa che dovete ricordare quando vi occupate di media: l’attenzione è monetizzabile. Il
denaro (degli inserzionisti) segue le pupille degli occhi”. Una rivoluzione copernicana. Non importa la qualità del contenuto ma il tempo che il consumatore è disposto a spendere sullo schermo di un device. Lo aveva detto qualche settimana fa, in un duro editoriale, Meredith Artley, Managing Editor di Cnn.com (a proposito delle foto di Miley Cirus, leggi l’articolo del Sir qui): “Voglio che i nostri lettori sappiano questo: tutto quello che conta per noi, e tutto quello che potrà mai contare per noi, sono i vostri bulbi oculari. E che cosa è questo, vi chiederete? Giornalismo moderno. E che cosa è il giornalismo moderno? Ottenere di fare clic”. Guardano la tv ma usano gli smartphone. Negli Usa, e nel resto del mondo, intanto aumentano le persone che usano lo smartphone mentre guardano la tv. “Business Insider” ha cercato di capire cosa fanno quando, davanti al televisore accesso, smanettano sui loro supertelefonini. La maggior parte di loro (60%) manda email. Il 44% invece naviga sul web. Il 42% utilizza lo smartphone per aggiornare il proprio account su Facebook o su Twitter. Alcuni (uno su quattro) giocano. Altri, invece (il 23%) fanno ricerche. Ci sono infine quelli che lavorano su documenti (word, powerpoint, excel, ecc.) e, infine, una piccola parte (il 9%) guarda addirittura altri video! Il valore del mercato digitale è da capogiro. I soldi seguono le “pupille”. Il mercato ovviamente conferma questa nuova verità del sistema dei media. In tutto il mondo sono solo tre miliardi le persone connesse ad Internet (contro una popolazione mondiale di più di sette miliardi) ma la maggior parte dell’economia mondiale è “online” (più dell’80%). Il valore di mercato complessivo (stabilito nelle grandi borse del mondo) dei new media (Apple, Google, Amazon, Facebook) è arrivato in poco tempo a più di mille miliardi di dollari. Il corrispettivo dei cosiddetti old media (Warner, Disney, Cbs, ecc.) è pari a poco meno di 480 miliardi di dollari: neanche la metà. I giovani passano più tempo con Facebook che davanti alla tv. Secondo “Business insider”, Facebook ogni giorno attira l’attenzione di un numero di giovani maggiore di quelli che guardano la “vecchia” tv. Tutti i media, compreso il web, stanno subendo l’aggressione delle nuove abitudini mediatiche. Il tempo passato con i cosiddetti old media sta calando in modo verticale. Anche il tempo passato davanti al web con un pc si è stabilizzato. Cresce invece in modo parossistico il tempo passato con i nuovi passatempi degli smartphone. Così ogni giorno vengono spediti 11 miliardi di messaggi con Whatsapp, 758 milioni di foto vengono condivise sui social e 350 milioni di immagini vengono scambiate con Snapshat, la nuova applicazione per giovanissimi che sta facendo impazzire Facebook. Hanno offerto due miliardi di dollari per comprarla, ma i due ventenni che l’hanno inventata hanno detto di no. (SIR)
