
Il ragionamento di Andreessen è semplice e, onestamente, difficile da contestare. Secondo l’imprenditore, l’informazione online ha rapidamente fatto perdere importanza a quella cartacea, grazie a strumenti come Twitter e Facebook che sono in grado di trasformare chiunque in produttore di news istantanee. I giornalisti che Andreessen chiama “old school” hanno gradualmente perso peso specifico e importanza, fatto che, piuttosto che affondare il giornalismo, ha fornito all’industria dell’informazione l’opportunità di reinventarsi.
I social che hanno ucciso i giornali, secondo Andreessen, hanno anche fatto crescere a dismisura il consumo di notizie, e quindi la richiesta, al punto che oggi nel mercato dell’informazione la domanda supera l’offerta. Conseguenza logica è la quantità spaventosa di denaro potenzialmente a disposizione di chi volesse investire nel giornalismo in Rete: «Nei prossimi 10 anni l’industria può centuplicare il suo peso e ridurre i prezzi a un decimo di quelli attuali».
Andreessen individua anche i primi segnali di questo cambiamento. Innanzitutto, i soldi veri cominciano ad arrivare: le multinazionali della Rete, da Amazon a Facebook, che finora con il giornalismo non avevano nulla a che fare, stanno cominciando a investire anche nell’informazione. In secondo luogo, siti come Wirecutter stanno, secondo Andreessen,indicando una nuova strada per i profitti: piuttosto che reggersi sulla pubblicità, infatti,Wirecutter guadagna “ridirigendo” i propri lettori a siti commerciali, che versano poi al blog una quota dei profitti ottenuti in questo modo. Non che la pubblicità tradizionale non abbia più un ruolo: Wired, The Atlantic, Gawker Media sono tutti siti che con l’advertising raccolgono abbastanza denaro da generare profitti; il segreto è nella qualità degli spot, e nella loro capacità di non disturbare la navigazione tradizionale.
Infine, ed è forse la riflessione più interessante, l’inventore di Mosaic si chiede se la gente sia ancora interessata alle news tradizionali, e se non preferisca piuttosto farsi informare dagli amici (in senso lato) tramite Instagram, Snapchat, Facebook. I social, secondo Andreessen, «sono in competizione diretta con il Times. La soglia di attenzione quotidiana dedicata alle news è stata fatta a fette e riassemblata in molti modi diversi». Se aggiungete a questo la considerazione che tramite i social anche i professionisti possono produrre notizie originali e di qualità, bypassando gli editori, otterrete un quadro che non è troppo dissimile da quello dipinto da Andreessen. (TECH)