
Tornati oggi in redazione dopo tre giorni di sciopero, i giornalisti protestano su Facebook contro la richiesta di sgombero dei locali avanzata dal liquidatore: “Ancora una volta i più elementari diritti dei lavoratori, le libertà fondamentali degli individui, la dignità umana e professionale sono stati gravemente calpestati”, scrivono. “Nessuno di noi per il momento è stato licenziato quindi come si può impedire di fatto a qualcuno di andare sul posto di lavoro facendoglielo trovare chiuso o senza le strutture necessarie o senza aver avuto alcun preavviso? E soprattutto come può Bilotta agire da dittatore, a che titolo?”.
La pagina Facebook ‘L’Ora siamo noi’ ospita, accanto agli aggiornamenti pubblicati dal direttore e dalla redazione, numerosi messaggi di solidarietà e di vicinanza al giornale da parte di istituzioni di categoria, sindacati, esponenti del mondo editoriale e lettori. A esprimere “sconcerto” anche l’Ordine dei Giornalisti della Calabria, secondo il quale la vicenda che il quotidiano sta attraversando sarebbe “un nuovo inquietante episodio che mette in discussione la libertà di stampa e sottolinea la visione arcaica e padronale che ancora alligna in certi settori dell’imprenditoria calabrese”. (PRIMA)
Fnsi: Siddi e Parisi: sconcertante iniziativa e inaccettabile decisione
“Troviamo sconcertante e inaccettabile la decisione di cessare le pubblicazioni dell’edizione cartacea e oscurare il sito internet de «l’Ora della Calabria», assunta dal liquidatore Giuseppe Bilotta nel primo giorno di sciopero proclamato dai giornalisti, preoccupati dal grave stato di incertezza sul destino della testata e dei circa settanta lavoratori”. Il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi e il vicesegretario nazionale Carlo Parisi, segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, al fianco dei giornalisti del quotidiano calabrese, sottolineano, infatti, che “l’azione di protesta era stata assunta dall’Assemblea per richiamare l’attenzione sul tentativo di spegnere una voce libera e sulla preoccupazione che si potessero profilare gravi conflitti d’interesse e turbative sull’indipendenza dell’informazione”.
“La chiusura – denunciano Siddi e Parisi – sembra un atto ritorsivo, un’inutile e dannosa prova di forza che indebolisce ulteriormente il circuito della stampa libera in Calabria”.
“Il Sindacato dei giornalisti – assicura la Fnsi – resta vicino ai colleghi e lancia un appello alle istituzioni perché sappiano, per una volta, assumere iniziative di garanzia volte a trovare soluzioni trasparenti per la ripresa delle pubblicazioni”.
“Il Sindacato – aggiungono Franco Siddi e Carlo Parisi – si attiverà con l’Autorità Giudiziaria affinché possa essere verificata l’opzione di un affidamento temporaneo di una gestione straordinaria del giornale finalizzata all’individuazione di libere realtà imprenditoriali che possano rilevare la testata senza che, nel frattempo, sia disperso l’unico valore che sta sul tavolo: il bene informazione, immateriale quanto si vuole, ma capace di generare valore economico, oltre che culturale e civile, solo e quando sta in vita e mantiene aperto il filo del dialogo con i cittadini”.
Segretario generale e vicesegretario della Fnsi ritengono che “la cessazione traumatica delle pubblicazioni, persino di quelle on line, che hanno un costo infinitamente basso, e quindi ancor più l’oscuramento sono un danno oggettivo per l’impresa e per chi vi lavora. Senza ravvedimento del liquidatore nominato dalla vecchia proprietà, per quanto sia amaro e come estrema ratio, chiederemo – concludono Siddi e Parisi – l’intervento dell’Autorità Giudiziaria perché si riattivi l’attività editoriale”. (FNSI)