La pellicola racconta come può nascere una stella dell’informazione, crescere e colare a picco nell’iperuranio della storia del giornalismo se dietro a quello che si scrive non c’è verità. Si potrebbe dire che quella di Glass e delle sue favole è la storia di uno tra i più brillanti e cupi esempi di faker news dell’era del web 1.0.
Se andiamo indietro nel tempo, al 1517, anche Pietro Aretino e i suoi poemetti satirici, meglio conosciuti come “pasquinate”, avevano l’obiettivo e l’intento di screditare gli avversari di Giulio de’ Medici, a dimostrazione che si trattava sempre di notizie false e tendenziose, anche se scritte più di cinquecento anni fa. La lista di soggetti e strumenti di pubblicazione potrebbe essere lunga. Noi ci fermiamo alla domanda di base: che fare per non cadere nella trappola degli untori, dei delatori, dei “persuasori occulti” (cit. Vance Packard, I persuasori occulti, 1958) e dei costruttori di notizie false, bufale e fake news?
Un tempo i capi cronaca raccomandavano ai giovani giornalisti di “stare alla larga” dalle news allettanti dalle fonti incerte, di verificare sempre, magari con i colleghi più anziani, di chiedersi sempre e comunque cui prodest? Il web quotidianamente sputa fuori centinaia di post, tweet e link ogni ora che non danno tregua. Sulle fake news il dibattito è in corso. Nel maggio 2017 a Milano si è svolto un convegno dal titolo Fake news e allarme sociale: responsabilità, non censura. Il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana ha parlato di “battaglia culturale” da vincere contro le fake news e della necessità di non farsi “travolgere dalla fretta dell’informazione digitale perché arrivare per primi in rete è ormai un tema ossessivo”.
Il presidente dell’Agcom Angelo Marcello Cardani ha sottolineato che il fenomeno delle fake news “è esploso e non è più ignorabile” e che “va risolto nel più breve tempo possibile”. C’è anche stato un dibattito politico e sulla stampa nazionale ed estera ogni giorno si discute su come fronteggiare il problema delle fake news. I colossi del mondo digitale come Google e Facebook, più volte e a più riprese tirati in ballo, hanno annunciato contromisure. La multinazionale in mano a Mark Zuckerberg, Google e Google News hanno attuato delle azioni di “Fact-Checking” che fanno ben sperare perché danno la possibilità all’utente di capire se una notizia è “certificata” da fonte attendibile. La verifica delle fonti, anche sul web e sui social, resta l’unica arma assieme al giornalismo di qualità per contrastare le fake news e i fenomeni negativi di content farming

