23 Ottobre 2017
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‘Salute e web 2.0’. Gli atti del convegno dell’Ucsi Emilia Romagna (con Amci) sono on line.

“Salute e web 2.0. Come è cambiato il rapporto medico-paziente: dati, esperienze, deontologia”, era il titolo del convegno organizzato da Ucsi Emilia-Romagna e Amci (Associazione medici cattolici) sezione di Parma lo scorso novembre. La novità delle ultime settimane è la pubblicazione integrale degli atti sul numero 3/2017 di Orizzonte Medico, la rivista nazionale dell'Amci che è possibile leggere e scaricare gratuitamente da questo link. 

Matteo Billi

Al centro del seminario – ha dato crediti formativi sia ai giornalisti sia ai medici – c’era il modo di comunicare tra dottori e pazienti con particolare attenzione al web e alla mediaetica, cavallo di battaglia dell’Ucsi. A questo proposito Guido Mocellin, membro del comitato di Mediaetica, aveva ricordato il caso di Eluana Englaro e in particolare la “sfida” televisiva nei giorni della sua morte (9 febbraio 2009) tra “Porta a porta” e il Grande Fratello (quest’ultimo vinse la sfida dell’audience: 32% contro 17% di share).

Francesco Lia, giornalista esperto di social media, dati alla mano, aveva invece evidenziato che con la diffusione di internet e del web 2.0 sempre più le persone malate (o che pensano di esserlo) cercano informazioni in rete prima di andare dal medico pur «non disponendo degli strumenti per stabilire la correttezza o la veridicità di tali notizie. La conseguenza di questo comportamento può arrivare fino al rifiuto della terapia». Lia aveva proposto come soluzione di fact-checking, la creazione di uno strumento semplice di verifica da parte di esperti e rivolto agli utenti, una sorta di “bollino blu” da visualizzare accanto ad ogni risultato proposto dal motore di ricerca.

Giovanni Rossi, già presidente dell’Fnsi e appena eletto presidete dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna, infine aveva ripercorso la strada fatta dall’Ordine in tema di informazione e salute dal ‘95 – anno della “Carta di Perugia. Informazione e malattia” – al Testo unico deontologico, nel quale si danno indicazioni precise sui comportamenti dei giornalisti.
Le conclusioni erano state di don Carmine Arice, all’epoca direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute, da poco nominato padre generale del Cottolengo.

Ora tutti questi interventi – insieme a quelli dei medici e dei rappresentati delle istituzioni – si possono leggere integralmente sull’ultimo numero della rivista Orizzonte Medico.