10 Ottobre 2020
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Carlo Acutis è beato, diventerà il patrono di internet

Adesso Carlo Acutis è beato. La proclamazione c’è stata nel pomeriggio del 10 ottobre ad Assisi. Carlo, morto per una leucemia fulminante nel 2006, quando aveva appena 15 anni, è il primo “millennial” che viene canonizzato. E’ anche il primo ad aver avuto in vita un proprio profilo social: un account Facebook dove parlava di fede, del vangelo, dell’Eucaristia. Sarà lui probabilmente il patrono della Rete, di internet. Ecco come Rossella Avella tratteggiava la sua figura sul nostro sito (ar)

Rossella Avella

Rossella Avella

La storia di Carlo Acutis si lega anche alle nuove tecnologie che tutti noi utilizziamo oggi.

Nato il 3 maggio 1991 a Londra e vissuto a Milano, è uno dei giovani indicati da Papa Francesco come modelli nella “Christus vivit”. Carlo è morto per una leucemia fulminante il 12 ottobre 2006 a Monza quando aveva solo 15 anni ed oggi è sepolto al Santuario della Spogliazione di Assisi.

Carlo amava l’Eucarestia, tanto da definirla “l’autostrada per il Cielo”. In ospedale, posto di fronte alla morte disse: “Offro tutte le sofferenze che dovrò patire al Signore, per il Papa e per la Chiesa, per non fare il purgatorio e andare dritto in paradiso”.

Era un ragazzo che aveva in sé ciò che di più ordinario e straordinario potesse esistere, slanci spirituali e passioni umane, su tutte quella per l’informatica e per Internet. Infatti, seppur vissuto alla vigilia del boom dei social network, Carlo aveva previsto le straordinarie potenzialità del web anche per la diffusione della fede. I suoi interessi spaziavano dalla creazione di siti web alla redazione dei periodici a tal punto che probabilmente diventerà il patrono di internet e protettore di tutti i cybernauti. “La mostra virtuale sui miracoli eucaristici” ancora oggi visitabile online al sito www.miracolieucaristici.org fu una sua creazione, rivelatasi uno straordinario volano per la diffusione della sua testimonianza.

«Tra gli otto e i nove anni, si fece regalare il primo computer e girava in casa con un camice con su scritto “scienziato informatico” – racconta la mamma -. Potrei sembrare di parte, ma era proprio simpatico». Carlo metteva i mass-media a servizio del Vangelo; il suo obiettivo era quello dei veri missionari: raggiungere quante più persone possibili per far loro conoscere la bellezza e la gioia dell’amicizia con Gesù.

Qual è stata la specificità di Carlo?

«Avere accolto e amato Gesù, averlo preferito alla sua storia personale, vivendo profondamente dentro il mondo di oggi – ha concluso la mamma –. Chi lo incontrava se ne andava con una certezza di fondo: Gesù è davvero l’unico Salvatore atteso dall’umanità e il solo che sa riempire il cuore dell’uomo».