26 Settembre 2021
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Giornata del migrante: al congresso Ucsi l’esperienza del Centro Astalli

Alla vigilia della Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, Padre Camillo Ripamonti racconta ai giornalisti dell'Ucsi, durante il ventesimo congresso nazionale, l'esperienza del Centro Astalli:

Michela Di Trani

“È una storia di quarant’anni fatta di storie di persone e di famiglie di grande sofferenza. Occorre non dimenticare che i migranti sono persone la cui vita si è interrotta e che hanno bisogno di tante altre persone per riannodare le relazioni di cui si sono dovuti privare. Sono storie che ci portano alla memoria le crisi umanitarie presenti nel mondo, come quella in Afghanistan. Spesso i giornalisti ci chiedono storie a lieto fine da raccontare, purtroppo molti dei destini dei rifugiati sono difficili. L’emergenza afghana è passata in secondo piano dai media, è l’allarme che giunge dal gesuita.

‘Verso un noi sempre più grande’, si intitola la Giornata del Migrante. Significa che il processo di integrazione deve essere bilaterale, ha spiegato Ripamonti: “non deve essere solo la persona che arriva a fare lo sforzo di adattarsi al Paese in cui arriva, deve diventare un processo più dinamico rivolto all’accoglienza”. “Accompagnare, servire e difendere” sono le parole chiave della storia del centro Astalli. Bisognerebbe cambiare lo sguardo, i rifugiati sono un dono e una ricchezza, sono lottatori di speranza, ha ricordato con le parole Papa Francesco.

“Durante la pandemia, ha aggiunto Ripamonti, mentre si chiudeva di tutto, il Centro Astalli apriva una sede a Bologna. È diventato il simbolo della speranza e delle aperture a nuova vita che possono nascere da ferite profonde come quelle che hanno portato nel mondo la pandemia”.