A Napoli è scomparso, poco più di un mese fa, Francesco De Notaris, giornalista e comunicatore, già dirigente di Azione Cattolica e senatore della Repubblica. Un cristiano vero. Al quale l’Ucsi deve molto. È una piccola grande storia, poco conosciuta. Occorre farne memoria, innanzitutto per i giovani.
Erano i giorni di una “rivoluzione” associativa. I giorni del taglio netto con il collateralismo politico. Anche se non aveva mai utilizzato per fini politici l’Ucsi, Flaminio Piccoli, presidente dell’associazione, era un esponente politico di primissimo piano nella DC. A Paolo Scandaletti, presidente, e al sottoscritto, segretario, il non facile compito di scindere, non solo statutariamente (come fu fatto), ma anche “fisicamente”, il legame con la politica.
La sede Ucsi di via del Tritone era intestata a Piccoli. Mi confidai a Napoli con il mio fraterno amico Francesco De Notaris, un grande riferimento per l’Ucsi di allora. E non solo. Mi illuminò. Il presidente dell’Ordine nazionale dei biologi, il napoletano Ernesto Landi, cercava un appartamento per farne una struttura d’accoglienza, a Roma, per consiglieri ed ospiti. Sollecitato dal sottoscritto e da De Notaris, in pochissime ore, prese in carico l’appartamento. Senza tante parole. L’Ucsi perdeva una “casa” comoda e accogliente (che non pagava) ma acquistava libertà d’azione. De Notaris, uomo del dialogo e dei valori forti e radicali, fu l’indiretto protagonista della svolta.
Da allora, la storia dell’Ucsi fu diversa. L’autonomia, la sede di San Lorenzo in Lucina, la ristrutturazione, i convegni. Una porta sempre aperta. Non ho mai creduto ad una associazione leggera, solo online. Certo, con la pandemia, il web ha aiutato. Ma quattro pareti significano accoglienza, conoscenza, relazioni, prossimità. Lo aveva capito, immediatamente, il mio caro amico Francesco de Notaris, allora, che, oggi, ci aiuta a riflettere con il suo ultimo scritto da coordinatore, intellettuale di grande profilo, dell’Assise di Palazzo Marigliano, aggregazione civica di operatori culturali nel solco del lavoro svolto dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
Nel suo volume “Avere memoria, costruire il futuro”, Scuola di Pitagora editrice, Francesco De Notaris scriveva: “Sogno un futuro del tutto migliore del nostro presente. Sogno che i figli, i nipoti di quanti oggi vivono questa storia, i nostri nipoti, coloro che non conosceremo e non ci hanno conosciuti, abbiano di noi buona memoria e ci credano uomini di buona volontà e siano sempre consapevoli che è l’uomo che appartiene alla Terra e la Terra è madre da custodire e onorare…”.
Foto: senato.it
L’autore Massimo Milone, ora responsabile di Rai Vaticano, è stato presidente dell’Ucsi dal 2000 al 2008

