1 Febbraio 2022
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Il ruolo fondamentale dei giornali locali

“Quello che i giornali non dicono” è il titolo di un incontro, che si è svolto a Trento nei giorni scorsi per iniziativa del settimanale diocesano Vita Trentina in collaborazione con l’Ucsi di Trento, l’ufficio comunicazioni della diocesi e la biblioteca del centro Vigilianum.

Giustino Basso

Attraverso una serie di analisi sulle modalità della diffusione delle notizie nell’era del web, Alberto Laggia, inviato di Famiglia Cristiana e autore del libro “Notizia” dato recentemente alle stampe, ha messo in evidenza i punti critici di un’informazione che, con l’avvento dei social è divenuta sempre più “istantanea” e , talvolta, meno affidabile.

Ne sono testimonianza YouTube, la rete, i social network, addirittura i giornali scritti dai robot (finora solo come esperimento sociale), ma anche le notizie false, diffuse per soldi o per potere, e un’informazione “istantista”, votata a raccogliere click e introiti pubblicitari, più che alla correttezza del servizio.

Accanto ad un giornalismo serio fatto di approfondimenti e di verifica della notizia e che risponde a precise regole deontologiche si sta affermando un modo di comunicare superficiale e insidioso e che fa della disinformazione l’elemento su cui puntare.

“Esistono professionisti delle fake news in grado di creare notizie che sembrano più vere di quelle reali. C’è chi lo fa per soldi e chi per il potere, per motivi politici, per screditare la parte avversa – ha spiegato Laggia – Il problema è che spesso quando si scopre è già troppo tardi: la notizia circola, la smentita molto meno. A combatterle deve essere in primo luogo l’utente, verificando le fonti e la loro credibilità”.

In questo scenario, Laggia si è detto però ottimista perché il buon giornalismo non finirà per soccombere; al contrario in un mare colmo di disinformazione diventerà sempre più prezioso e necessario-

E’ importante però che sappia soddisfare le esigenze del lettore e conquisti la sua fiducia; e qui giocano un ruolo fondamentale i giornali locali. “Uno dei modi che ha il giornalismo per riconquistare fiducia e interesse è proprio quello locale, e su questo vedo un grande lavoro svolto anche dai settimanali diocesani. Lo spopolare le redazioni da parte degli editori è insensato: tagliare per risparmiare qualcosa alla lunga è devastante, perché riduce le finestre che guardano le realtà del posto”,