“Non approcciarsi ai social con le logiche degli influencer; puntare alla costruzione della comunità più che alla divisione in tifoserie; non sottovalutare mai l’importanza del linguaggio; non utilizzare parole che raccontano solo il proprio ego; usare i social con maturità umana; far tesoro della ricchezza della propria spiritualità; essere originali nella fede; ricordare sempre di avere un’unica identità; abitare i social significa studiarli; impegnarsi per una formazione continua e permanente”.
Lo stile cristiano per lui può fare la differenza e la sua riflessione è accompagnata da quella di filosofi, religiosi, antropologi, poeti. Si pone anche diverse domande: “Come evitare la banalizzazione della parola e il protagonismo? Possiamo essere originali nella fede?”.
Secondo Corrado l’ambiente digitale non è “un semplice confine geografico”, ma “un continente in cui l’umanità non deve solo essere un algoritmo”, il punto di partenza. L’obiettivo “non è il like ma l’amen, la Verità”, senza mai perdere di vista la giusta direzione: “La ricerca del bene comune”.

