Scritto da Alexandra Borchardt , ex giornalista e ricercatrice associata al Reuters Institute , il documento riporta alcune buone pratiche e di conseguenza lancia delle sollecitazioni.
Chiarisca la curatrice: «Le organizzazioni e i manager dei media dovrebbero essere consapevoli del fatto che rendere le redazioni più diversificate e inclusive definirà il futuro del giornalismo e dell’industria. Non solo la diversità è al centro della trasformazione digitale: passare al digitale significa servire meglio pubblici diversi e incontrarli dove si trovano. Ma è anche essenziale per un settore che soffre sempre più di una fuga di cervelli e di una crisi di talenti».
Parole chiave sono: inclusione (all’interno delle redazioni), integrazione (in tutta la filiera della testata), parità di genere.
«Il giornalismo sta affrontando una crisi di talenti. Per colmare questa lacuna, è necessario ampliare il pool di giornalisti e gestori dei media nelle redazioni per includere diversi background etnici e sociali, nonché diverse età e generi. Ciò è particolarmente rilevante anche per la trasformazione digitale poiché l’intelligenza artificiale (AI) nel giornalismo contiene e amplifica i pregiudizi».
Il rapporto è pubblicato nell’ambito del progetto “Trust in Media” cofinanziato dalla Commissione Europea (DG EMPL).

