10 Maggio 2022
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Come la comunicazione istituzionale può combattere la disinformazione

Dal primo rapporto dell’Ocse sulla comunicazione istituzionale, che ha riguardato 63 istituzioni in 46 Paesi, emerge un assunto chiaro: «la guerra alle fake news e alla disinformazione deve essere compatta a livello istituzionale, con linee guida comuni, in un contesto di scambio di informazioni che superino le reciproche diffidenze e naturalmente nel mutuo rispetto. E sulla base dei principi cardine della trasparenza, della correttezza e dell’ascolto».

Franco Maresca

Per l’Ocse l’obiettivo è quello di «migliorare e rinsaldare la fiducia dei cittadini nelle proprie istituzioni, un percorso reso più stringente dalle crisi mondiali»,

Il rapporto evidenzia con forza che lo strumento più importante è certamente quello dell’ professionale, «su cui è necessario investire».

Solo il 41% dei Paesi e il 38% delle autorità centrali di governo si sono dotati di una guida per il contrasto della disinformazione e appena il 43% ha adottato un approccio strategico in tal senso.

Cinque i principi chiave: «la professionalizzazione della comunicazione pubblica e la specializzazione in sotto-discipline, a fronte anche di adeguati investimenti; la transizione verso una comunicazione più informata per comprendere le esigenze delle diverse categorie di pubblico, l’utilizzo di tecnologie digitali innovative e dati in modo responsabile, finalizzandoli all’inclusione e rispettando le norme etiche, il ricorso a campagne per prevenire la diinformazione».