7 Novembre 2022
Share

Emittenza tv, in arrivo la ‘terza rivoluzione’. Quanto inciderà sul lavoro (anche giornalistico)?

Scrive Il Sole 24 Ore di domenica 6 novembre che il bonus tv è ormai esaurito e si attende un rifinanziamento nella nuova legge di bilancio. Occorrerà fare presto, perché il 20 dicembre saranno dismessi i canali digitali in MPEG-2 e passeranno tutti in MPEG-4. Significa che nei televisori che non supportano questa codifica (e dunque l’alta definizione) non si vedrà più niente. Quanti sono i cittadini rimasti indietro? Non moltissimi, secondo le stime. Ma sono soprattutto anziani, che rischiano così di rimanere esclusi dalla fruizione della televisione.

Antonello Riccelli

E non finirà qui, perché dal 1° gennaio 2023 ci sarà un altro passaggio chiave, che taglierà fuori molti altri possessori di apparecchi più vecchi. Dal digitale terrestre di prima generazione (DVB-T1) si passerà al DVB-T2. La data indicata appare più che altro simbolica e secondo molti osservatori la questione verrà affrontata in tempi più lunghi.

Ad ogni modo, nel giro di una dozzina d’anni l’emittenza televisiva è stata attraversata da tre radicali switchoff. Il primo dall’analogico al digitale. Il secondo, che si sta completando, allo standard MPEG-4 e all’alta definizione. Il terzo, e per ora ultimo, al digitale di nuova generazione. Se per gli utenti si è trattato e si tratterà ogni volta di acquistare televisori nuovi (o decoder esterni adatti), per le imprese televisive si sono resi necessari grandi investimenti. Che in qualche caso mettono a rischio la tenuta occupazionale delle stesse (anche per quanto riguarda i giornalisti).