Da lì, da quel lontano 1992, oltre trent’anni di passioni condivise, soprattutto per una professione che si modificava a macchia di leopardo lasciandoci a volte osservatori malinconici di un tempo ormai compiuto. Massimo soffriva per l’incapacità della nostra professione di ritagliare la storia, di collezionare momenti forti e unici come per esempio dentro casa Ucsi a cui ha dato idee, progetti e finanziamenti “per aprire la porta di San Lorenzo in Lucina”. La sua passione per DESK, per i grandi incontri nazionali dove era capace di mettere intorno a un tavolo personalità che mai si sarebbero potute incontrare e dialogare in altri contesti.
Geniale, a tratti impetuoso ma sempre raffinato, gentile, umano come pochi. Attento agli ultimi, alle vite sciupate che gli passavano accanto e di fronte alle quali non si rassegnava. Un uomo dal cuore grande.
Il suo essere cattolico non era una medaglia. Era piuttosto una scelta di vita. Di fronte alla perdita di Marcello, il suo amatissimo fratello, disse in chiesa salutandolo che il dolore era immenso ma da credente sapeva che l’altra vita stava cominciando in una dimensione più forte del pur grande impegno che aveva avuto in quella terrena.
Massimo era un poeta, usava le parole in maniera geniale, elegante e sempre attingendo alla verità. Non c’erano dubbi che qualsiasi progetto, attività, programma televisivo o racconto non avesse alla base un vissuto pregno di naturale fanciullezza. Era la sua forza, la sua eterna giovinezza. Delle tante iniziative e intuizioni che ebbe sulla professione mai si fregiava di quei meriti sempre cercando l’unione e il lavoro di squadra. La sua naturale cifra era la condivisione, nella professione come nella vita.
Il suo mestiere era aprire contesti, generare entusiasmi, abbracciare relazioni e intessere pazientemente nuovi orizzonti. Lo sapeva fare, con accoglienza e grande generosità.
Ho avuto la gioia e la rara opportunità di stargli accanto, di crescere vicino a lui, di comprendere e decodificare la politica e la società guardandola attraverso il suo sguardo sempre aperto e sincero, senza mai pregiudizi, senza mai prevaricazioni.
Lui è stato la “finestra sul mondo” attraverso la quale guardare la storia con rinnovata speranza. Questa è la sua grande eredità. Avere il coraggio delle azioni. “E le idee come il bene (Rosa, ricordalo, mi diceva sempre) camminano sulle gambe di donne e uomini di buona volontà”.
Ciao Massimo, ciao amico mio grande. Navigherò con te in barca, senza più paura delle onde.

