«Le nuove modalità di finanziamento al settore dell’editoria digitale non possono prescindere dalla buona e corretta occupazione, che è quella che si ottiene con il giusto inquadramento dei giornalisti con i contratti maggiormente rappresentativi del settore, e dalla buona informazione, che si ha con contenuti originali scritti da professionisti e con la rivitalizzazione del settore attraverso una fiscalità agevolata per la pubblicità sull’online e un aiuto alla vendita dei contenuti digitali».
La conseguenza, si legge ancora è che «con i fondi pubblici non possono essere finanziati media che al posto del lavoro dei giornalisti utilizzino l’intelligenza artificiale, il cui impiego deve sempre essere denunciato perché i lettori sappiano chi o cosa ha prodotto l’informazione di cui stanno fruendo».

