“Anche nelle recenti sconvolgenti vicende abbiamo letto o ascoltato ancora le parole “amore” e “gelosia” “era un bravo ragazzo” associate ad un femminicidio”.
Il linguaggio, si capisce, è fondamentale. Per noi la richiesta è quella di “una corretta narrazione nel rispetto dell’articolo 5 bis del Testo Unico deontologico, e quindi con linguaggio “rispettoso, corretto e consapevole”.
Ancora: “Atteniamoci all’essenzialità della notizia e alla continenza. Prestiamo attenzione a non alimentare la spettacolarizzazione della violenza. Non usiamo espressioni, termini e immagini che sminuiscano la gravità del fatto commesso e assicuriamo una narrazione rispettosa anche dei familiari delle persone coinvolte”.

