21 Gennaio 2024
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Intelligenza artificiale, la prima sfida è ‘difendere i giornalisti’

La nuova forma di automazione rappresentata dall'intelligenza artificiale impatterà sul sistema dell'informazione e dell'editoria e la prima grande sfida da affrontare è quella di tutelare la figura del giornalista.

Franco Maresca

Padre Paolo Benanti, nuovo presidente del Comitato per l’intelligenza artificiale istituito presso il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri (leggi qui), è intervenuto davanti alla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. E ha parlato degli impegni che intende portare avanti.
“La prima cosa che la commissione vuole valutare è capire qual è l’impatto che può avere l’intelligenza artificiale sull’informazione e l’editoria”.
Nelle prime audizioni, dice Benanti, sono emersi tre aspetti.

“Il primo riguarda la figura del giornalista che è una figura fondamentale per il funzionamento democratico ma che in qualche maniera, secondo le visioni più radicali, potrebbe essere secondario nella produzione della notizia quindi ci potrebbero essere redazioni senza giornalisti”.

La seconda grande questione allora diventa quella della sostenibilità economica del settore dell’editoria.

“Il terzo e ultimo elemento è quello che riguarda il ruolo svolto dai colossi della tecnologia che al momento non rispondono alle logiche degli editori”.
Per Benanti”di fronte a uno strumento così potente come quello dell’intelligenza artificiale il tema della formazione è fondamentale”. Insomma, “c’è bisogno di investire sull’uomo perché lo conosca e sappia utilizzarlo.