Primo dato: oltre il 40% dei ragazzi tra 11 e 13 anni in Italia utilizza i social media. Sarebbe vietato sotto i 13 anni, ma la realtà è un’altra. Sfiora l’80% la percentuale di chi, sempre fra gli under 13, usa quotidianamente la Rete tutti i giorni. Percentuale, questa, che cresce al 92% fra gli adolescenti fra i 14 e i 17 anni.
Ci può essere una correlazione con il fatto che crescono anche i reati di cyberbullismo (insomma, di bullismo virtuale) fra i preadolescenti?
Quali attività si svolgono quando si è connessi? Per i minori l’abitudine più frequente è quella di guardare video (84%), il 79% frequenta i social, il 72% gioca. Ci sono altri utilizzi: il 37% legge le notizie, il 28% fa acquisti online, il 27% partecipa a corsi a distanza. C’è anche un 22% che scarica libri.
C’è anche il rischio di dipendenza tecnologica, da social media o da gioco online. È correlato a un aumento dell’ansia sociale, della depressione e dell’impulsività, a un rendimento scolastico scarso e un maggior rischio di sovrappeso o obesità.
Ecco perché la giornata che si è celebrata e che è stata indetta dalla Commissione europea (e che si celebra si è allargata a 100 Paesi), è un’occasione tutt’altro che banale per riflettere e provare a cambiare.

