«Il settore dei servizi media audiovisivi (televisione, radio, quotidiani e periodici) vale nel 2023 circa 11,5 miliardi di euro (nel 2019 erano 12,2). Al suo interno continua a crescere il peso relativo della televisione; la radio rimane sostanzialmente stabile, mentre è in calo progressivo e strutturale la quota cumulata di quotidiani e periodici».
Da qui il suo convincimento che è necessaria una nuova legge, che tenga conto delle novità della rivoluzione digitale. Un appello che fa seguito ad altri lanciati negli ultimi mesi e che si riferivano anche alla necessità di modificare i limiti delle concentrazioni per i quotidiani, che sono stati stabiliti nel 1987 in un contesto completamente diverso dall’attuale.

