19 Ottobre 2024
Share

Scuola Ucsi di Assisi: un cantiere per il giornalsmo

Matteo Cardia

Un cantiere dove modellare il giornalismo del presente, ma anche del domani.
Ha preso il via l’edizione del 2024 della Scuola di giornalismo di Assisi organizzata dall’Ucsi. Tre giorni in cui immaginare scenari futuri della professione giornalistica, partendo dal progetto delle 5M per arrivare all’obiettivo del ridare dignità all’umanità raccontata quotidianamente nei mezzi di informazione.

Incontro
Quella cominciata è la settima edizione nella città di San Francesco, «sede naturale dell’evento, perché tutto ciò che ruota attorno è l’accrescimento dell’umano», come detto dell’assessore a formazione e politiche giovanili del Comune di Assisi Paolo Mirti. Alla Scuola, dedicata alla figura di Alcide De Gasperi a settant’anni dalla sua morte, partecipano 72 persone tra corsisti e accompagnatori.

Confronto
«Questo è il momento più alto del nostro lavoro annuale, ma anche quello in cui riusciamo a elaborare i progetti per il futuro. Da qui, l’anno scorso, è arrivato il progetto delle 5M. Vedrete quante cose si muovono in questo luogo». Con queste parole il presidente di Ucsi Vincenzo Varagona ha aperto la strada a idee e domande dei relatori e dei corsisti che si sono incanalate in un dibattito chiuso dalle parole di Padre Giuseppe Riggio, consulente ecclesiastico nazionale Ucsi.
Dal vivere la professione all’interno dell’UE fino all’importanza dell’Ordine: diversi i temi offerti grazie agli interventi di Valentina Parasecolo, coordinatrice dell’Ufficio Stampa del Parlamento europeo in Italia, Padre Enzo Fortunato, direttore della comunicazione della Basilica di San Pietro in Vaticano, Paolo di Paolo, editorialista de La Repubblica, e Renato Piccoli, giornalista di Rai Parlamento e socio Ucsi tra gli autori del progetto 5M per un giornalismo responsabile.

.”Il nostro è un cantiere aperto – ha affermato Piccoli – Dobbiamo avere la capacità di coinvolgere i cittadini in questa battaglia che è per la democrazia, il giornalismo resta il primo baluardo per la sua difesa”. Un obiettivo da raggiungere attraverso la capacità di mettersi in discussione e con la volontà di lavorare insieme: «Bisogna credere che il cambiamento sia possibile e trovare modi concreti per realizzarlo – ha concluso Padre Riggio – Essere giornalista è essere liberi dal potere, la capacità di non essere neutrali ma di saper dire da quale parte stiamo raccontando la realtà. Il cantiere resta aperto, ma è promettente. Diventerà qualcosa di concreto se riusciremo a lavorare insieme”.