La parola simbolo questa volta sarà ‘imperfezione‘, cioè, “può la tecnologia sbagliare, come capita agli esseri umani? Quanto è tollerato l’errore nel processo di innovazione digitale e a cosa può condurre?”.
Ci saranno “esperti di tecnologia e rete, sociologi, filosofi, artisti, docenti e amministratori, quest’anno sceglie una riflessione apparentemente controcorrente: quella di raccontare un’innovazione digitale meno idealizzata, più imperfetta, ma in grado di rimettere al centro l’essere umano e il suo ecosistema”.
Un’innovazione ispirata a principi etici e solidali, in grado di preservare l’equilibrio dell’ecosistema naturale in cui viviamo”.