«Ci sono molte analogie tra gli amministratori e i cronisti sotto tiro: i più esposti sono quelli che operano in zone di frontiera, nelle periferie. E in più, ormai molti casi di minacce neanche vengono denunciati perché è in atto un pericoloso fenomeno di assuefazione, di abitudine alle intimidazioni», ha detto il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani.
«Atti concreti come violenza fisica, incendi e attentati dinamitardi – non solo lettere minatorie, offese, fake news e ingiurie sui social – si concentrano soprattutto al Centro-Sud», dice il presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà.
Ed è la Calabria la regione più a rischio. Seguono la Campania, la Sicilia e la Puglia. Le minacce si indirizzano anche a chi intende impegnarsi per la “cosa pubblica”. Perciò viene chiesto un impegno aggiuntivo in vista delle prossime elezioni. Interesseranno infatti quasi metà dei Comuni italiani.
Fra le regioni del Centronord è la Toscana ad essere al primo posto di questa poco invidiabile classifica.

