Lo stesso mensile da lui fondato, pubblicato su Apple Newsstand, è un esempio di mini editoria a basso costo. La creazione
della rivista, inclusi i 99$ per l’account Apple Developer, è costata 300 dollari americani. Nella copia numero 1, oltre all’editoriale, vengono presentati cinque articoli indirizzati a chi, senza alcuna esperienza in programmazione e con pochi soldi in tasca, voglia realizzare una app personale e diffonderla sul portale di Cupertino dedicato all’editoria digitale. Il sistema operativo di riferimento di Apps Publisher rimane infatti iOS, una mossa dettata dai calcoli di Blake sulla redditività del mercato delle applicazioni. Per accedere ai contenuti viene richiesta una sottoscrizione annua di 1,79€, ai quali si aggiungono i 3,59€ del mensile vero e proprio.

A parte i contenuti, App publisher rappresenta un’altra interessante pietra sull’accidentata via del moderno freelance. Come avvenuto nel campo musicale, anche l’editoria digitale è andata affrancandosi sempre di più dalle grandi case di produzione, abbassando costantemente i costi di creazione e di distribuzione. Un trend che ha interessato anche quel mondo portatile, mobile, in cui le app, a differenza dei siti web, forniscono interfacce più “amichevoli” e dinamiche per gli utenti. «Certo, in questo modo Apple si prende il 30% della torta”, argomenta l’editore, «ma grazie ai bassi costi di produzione esiste la concreta opportunità di fare una rivista redditizia e economicamente indipendente». L’avventura intrapresa da Paul Blake è dunque allo stesso tempo un possibile esempio di impresa editoriale low-cost e un contenitore di informazioni su come crearne uno. Dedicato a chi crede che ciò che vuoi dire non è meno importante di come lo dici. (BLOGCORRIERE.IT)