Quanti lavorano o vogliono lavorare nell’editoria? Si è aperta con questo quesito Nuove professioni alla prova del Web, tavola rotonda organizzata dall’Associazione Italiana Editori all’interno di Bookcity. Quasi tutte le mani della nutrita sala, nonostante fosse domenica mattina, si sono alzate. La seconda e più impegnativa domanda a cui rispondere ragionando nell’era digitale diventava quindi: come fare? E ancora, quale percorso intraprendere? Incrociando gli interventi dei relatori non poteva emergere un profilo più sfocato. Dall’esperienza di marketing e comunicazione sfociata nella fondazione della casa editrice digitale WePub di Andrea Bongiorni alla collaborazione di Barbara Sgarzi con aNobii dopo aver inviato una semplice mail al fondatore del social network dedicato alla lettura passando per la tesi L’editoria libraria online di Letizia Sechi che l’ha portata a occuparsi dell’online per RCS Libri. Un misto, volendo trovare i tratti comuni, di lungimiranza, intraprendenza e necessità di distinguersi in un settore ingolfato. Il tutto basato su studi umanistici e sulla consapevolezza di doversi destreggiare fra ruoli più tradizionali che, a differenza delle figure in esame, godono di una definizione precisa. Dall’estero, dove la penetrazione degli e-book ha già raggiunto percentuali a doppia cifra – in Italia siamo fermi al 2,5% (dato sul 2012) – arriva qualche informazione più. Lo spaccato lo ha presentato Luca Conti, alias Pandemia ( qui le sue slide), durante la presentazione introduttiva. Digital content curator: l’esempio fatto è quello di Maria Popova, che su BrainPickings fa una selezione (online) di contenuti tematici e attraverso la costola literaryjukebox abbina citazioni letterarie a delle canzoni. L’obiettivo, raggiunto, è la circolazione perpetua dei contenuti. Popova, nello specifico, si affida alla generosità dei lettori. La crescita di una domanda di questo genere dipenderà ovviamente dall’interesse delle case editrici di dotarsi di una figura così specifica. Readers community manager: questo aspetto è fortemente collegato al precedente. La circolazione perpetua del contenuto crea una comunità di lettori affamati di informazioni aggiuntive e di interazione. Il community manager si inserisce in questo contesto e lo stimola. Conti ha citato Patrick Brown del portale di raccomandazioni e consigli sui libri Good Reads. Self publishing consultant: il fenomeno della pubblicazione autonoma è in costante crescita sulle ali dei successi ottenuti dai testi diffusi tramite Amazon. Potrebbe quindi farsi spazio una figura che aiuti i nuovi autori a gestire lo strumento a disposizione. Promozione e marketing: Conti cita la classica professione riadattandola alle necessità digitali degli editori tradizionali. L’attività di marketing deve quindi adattarsi a usi, costumi e tono di voce della Rete. Online esiste l’audience perfetta per un libro o per una collana e il professionista deve essere in grado di individuarla e di andarla a stimolare. (BOOKCITY)

