3 Aprile 2025
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A Roma l’incontro “La responsabilità della Speranza e il lavoro dello spirito”

Che cosa chiedono i “cattolici non praticanti”

Le sollecitazioni, che valgono anche per i giornalisti, raccolte da una giornalista di Ucsi Lazio. E una domanda: che cosa fare per quella larga fetta della popolazione che si dichiara cattolica ma non è praticante?

la zona grigia dei cattolici non praticanti

Flaminia Marinaro

Sabato 29 marzo, vigilia della “Domenica laetare” di questa Quaresima 2025, nella maestosa cornice della Basilica Papale di San Giovanni in Laterano, alla presenza di un folto pubblico che ha riempito tutte le navate, si è tenuto un convegno presieduto dal Cardinal Vicario Baldo Reina su un tema scaturito dalla collaborazione con il Censis, che da alcuni anni studia da un punto di vista statistico i numeri e i dati riferìbili al progressivo allontanamento di molti cristiani di fede cattolica, ancorché battezzati, che hanno deciso di distaccarsi dalla frequentazione dei Sacramenti e dalla vita parrocchiale attiva. Una dinamica non solo ecclesiale ma prettamente sociale.

La zona grigia

Secondo la ricerca del Censis, gli italiani che si definiscono cattolici sono il 71% della popolazione, solo il 15% di questi si dichiara osservante.  C’è quindi un’ampia fascia di credenti definita dal professor De Rita “zona grigia”, un ambito sociale la cui osservazione scientifica è partita dall’analisi dei valori riconducibili agli insegnamenti del Vangelo, in cui gli appartenenti a quest’ultima dicono ancora di riconoscersi e di aderire.

Il dato che emerge, illuminato dunque da una grande Speranza, è un dato su cui si può e si deve lavorare, ha detto il cardinale Reina, secondo la missione di ricerca e di ascolto, ma soprattutto di accoglienza affidata a quella “Chiesa in uscita” più volte invocata da Papa Francesco.

La “zona grigia” è uno spazio intermedio ed eterogeneo, fatto di un’umanità variegata, composta anche da famiglie, genitori, figli, persone in perfetta salute o malate che si sono allontanate dalla parola evangelica, che desta la preoccupazione del mondo cattolico. A questa compagine sociale si rivolgeva Papa Francesco nell’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”, invitandola a vivere il messaggio evangelico non come dovere, ma come gioia.

Lo strumento per l’avvicinamento dei più giovani va ricercato, secondo il cardinale Vicario, nella “prossimità”: «Non è tempo di puntare il dito contro nessuno» – ha detto il porporato – «ma di manifestare una sincera amicizia e vicinanza verso tutti, mettendoci in ascolto», e citando Paolo VI ha aggiunto l’auspicio che i maestri siano tali in quanto “testimoni”.

Andrea Riccardi ha sottolineato come questa inchiesta indichi la strada della conoscenza, quale risposta ai quesiti sollevati: «per amare bisogna conoscere», come diceva Giovanni Vannucci, mistico del secolo scorso, conoscere per aprire un dialogo per infondere fiducia e speranza.

La crisi della spiritualità

Per questo incontro di riflessione, e certamente per quelli che seguiranno, le personalità di spicco del mondo ecclesiastico e della cultura riunitesi a San Giovanni in Laterano, sia pur da punti di vista lontani, hanno in sostanza concordato sul fatto che il vero problema del mondo contemporaneo risieda nella crisi della spiritualità – intesa non solo dal punto di vista religioso, ma anche laico – e nella mancanza di pensiero, che – citando ancora Paolo VI – affligge di sofferenza il mondo.

 Massimo Cacciari, definendosi “osservatore esterno”, in quanto “non credente”, si è interrogato sull’odierna importanza e funzione della cultura cattolica, nella crisi generale di ogni strategia sociale e/o politica, che colpisce tutte le democrazie occidentali, in particolare quelle europee.

La Chiesa cattolica, osserva Cacciari, è orientata verso «un punto di vista di grande ragionevolezza, che punta su nuovi equilibri internazionali» e su una politica che sia “politica” e non semplicemente sull’arte di «scovare e dannare i nemici».

Padre Antonio Spadaro, gesuita, ha ribadito il valore della Speranza affinché «la Chiesa di Roma sia consapevole di quello che stiamo vivendo, ma al contempo sia in grado di fornire delle indicazioni per un futuro migliore». In un tempo in cui «il mondo brucia e la Chiesa vive un tempo di grande purificazione», questa missione acquista ancora più spessore in questo anno giubilare, «una teologia rapida che abbia l’intuito della situazione», illuminata dallo Spirito Santo che «nella storia è stato sempre presente».

Interventi così consistenti e articolati che ne suggerisco senz’altro la lettura, a chi non ha avuto la fortuna di ascoltarli, presso gli archivi del Censis

Sfuggire al dominio dell’homo technicus

La visione strettamente laica ha analizzato il concetto di homo politicus, che concentra abilità scientifica e tecnica e proietta e riconosce lo spirito di comunità della polis per allinearsi con lo spirito cristiano di procedere “avanti e verso l’alto”. Non così diverso dall’homo in actione contemplativus secondo il carisma gesuita, dove azione, impegno sociale e fede sono cardini essenziali per sognare nuove e migliori versioni del mondo, per azzerare la “zona grigia” dove facilmente ciascuno di noi rischia di cadere, per lasciare un segno nel cuore di ognuno con spirito missionario.

Così don Fabio Rosini, biblista, responsabile della pastorale vocazionale del Vicariato, che con le sue catechesi per giovani o coppie le chiese le riempie, eccome.

«I dubbi di Nicodemo non potranno fermare il popolo di Cristo», neanche quello meno osservante, tanto più se si formerà un esercito di uomini di buona volontà, alleati in un cammino di responsabilità e salvezza che contrasti individualismi, prevaricazioni e conflitti.

Nelle conclusioni un ricordo delle parole di Papa Francesco nel 2018 ai giovani delle Antille. Pronunciato in spagnolo e curioso nella traduzione italiana, ma sintesi di questa corale presa di coscienza: «Fratelli, disinstallatevi e iniziate a lottare».

Da parte di tutti i partecipanti un pensiero di gratitudine nei confronti del Cardinal Baldo Reina, che si è fatto promotore di un’iniziativa di grande importanza per la comunità cattolica romana.