Per l’Ocse l’obiettivo è quello di «migliorare e rinsaldare la fiducia dei cittadini nelle proprie istituzioni, un percorso reso più stringente dalle crisi mondiali»,
Il rapporto evidenzia con forza che lo strumento più importante è certamente quello dell’ professionale, «su cui è necessario investire».
Solo il 41% dei Paesi e il 38% delle autorità centrali di governo si sono dotati di una guida per il contrasto della disinformazione e appena il 43% ha adottato un approccio strategico in tal senso.
Cinque i principi chiave: «la professionalizzazione della comunicazione pubblica e la specializzazione in sotto-discipline, a fronte anche di adeguati investimenti; la transizione verso una comunicazione più informata per comprendere le esigenze delle diverse categorie di pubblico, l’utilizzo di tecnologie digitali innovative e dati in modo responsabile, finalizzandoli all’inclusione e rispettando le norme etiche, il ricorso a campagne per prevenire la diinformazione».

