21 Maggio 2024
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Come ti senti? L’indagine sul rapporto fra giornalismo e salute mentale

Si è avviato il progetto '#ComeTiSenti: giornalisti mai più senza rete', promosso dal centro di giornalismo d'inchiesta Irpi (Investigative Reporting Project Italy) e dalla Federazione nazionale della Stampa italiana, con Casagit Salute e Ordine dei giornalisti della Lombardia. Come abbiamo scritto nei giorni scorsi su questo sito, ha l’obiettivo di sensibilizzare sul rapporto fra salute mentale e giornalismo.

redazione

L’indagine, realizzata dalla giornalista freelance Alice Facchini, restituisce il termometro della categoria e “rompe il tabù della salute mentale nel giornalismo”.
Ha coinvolto giornalisti freelance o con contratti parasubordinati, ha raccolto 558 risposte (età media 18-35 anni, il 30% 35-45 anni e 55% donne).

Sul sito della Fnsi sono pubblicati i primi risultati: l’87% soffre di stress, il 73% di ansia, il 68% sente un senso di inadeguatezza. Più del 40% denuncia la sindrome da burnout, attacchi di rabbia immotivati e dipendenza da internet e dai social network. Uno su tre parla esplicitamente di depressione. Quali sono i fattori di maggiore criticità? “Instabilità e precarietà (che riguardano oltre due terzi dei giornalisti), compensi troppo bassi, dover rimanere sempre connessi e reperibili, ritmi frenetici”.

Per Mattia Motta (ex Clan-Fnsi) «l’informazione oggi non ha bisogno solo di fondi straordinari, ma di una normativa per un piano industriale»,
Spiega Alice Facchini che «la piattaforma cometisenti.info, con sportelli a disposizione dei freelance e una pagina per inviare segnalazioni in anonimato, porterà in autunno alla pubblicazione di un libro, una sorta di manuale-promemoria, e una serie di eventi per aprire un dialogo interattivo sui territori».