7 Febbraio 2014
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COMUNICAZIONE: PREMIO BRAVO A PADRE LOMBARDI

premiobravo2014“La comunicazione deve essere sempre al servizio del bene degli altri. Solo quelli ai quali offriamo la verità, li stiamo rendendo più pienamente umani, perché l’umanità si realizza solo nella verità”. Lo ha detto nella sede della Conferenza episcopale spagnola (Cee) a Madrid, monsignor Joan Piris Frígola, vescovo di Lleida e presidente della Commissione episcopale per i mezzi di comunicazione sociale della Cee, in occasione della consegna dei “Premi Bravo 2013”, assegnati dalla Commissione. Per il presule, “questo servizio rende anche possibile la cultura dell’incontro, della quale parla Papa Francesco nel suo Messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali”. Quello dei giornalisti “non è un piccolo lavoro – ha proseguito il vescovo -. Si incrociano nel vostro cammino interesse politici o economici che tentano, sottilmente o pesantemente, di farvi porre al servizio minori”. “Vi fate grandi – ha dichiarato rivolgendosi ai giornalisti – quando adottate il punto di vista del piccolo, e rendete noi, destinatari del vostro lavoro, migliori”. Tra i premiati anche padre Federico Lombardi, direttore della sala Stampa Vaticana, per aver reso “un valido servizio alla comunicazione della Chiesa” nell’avvicinare l’istituzione ecclesiale ai media. “Il ‘portavoce’ è colui che incarna nella comunicazione pubblica di volta in volta il pensiero, i giudizi e le scelte della comunità della Chiesa”, ha spiegato padre Lombardi. “I comunicatori cristiani – ha aggiunto il portavoce vaticano – hanno il privilegio di essere chiamati a un’attività, a un impegno che può unirsi in una sintesi profonda con il senso della missione della Chiesa”. Riferendosi ai giornalisti, ha spiegato padre Lombardi, “noi offriamo a tutti le stesse possibilità di informare bene, di capire i contenuti e le intenzioni che animano il Papa, i suoi collaboratori e la Chiesa. I giornalisti hanno la loro responsabilità e libertà nell’uso e nell’interpretazione delle informazioni e noi la dobbiamo rispettare”, “senza dimostrare preferenze per gli uni o per gli altri”. “Io credo – ha aggiunto – che la Sala stampa non può e non deve essere l’unica fonte di comunicazione vaticana”, ma debba puntare a essere “un punto di riferimento” “attendibile e sicuro”. Per il portavoce vaticano, ha chiarito, avere “un atteggiamento amichevole e rasserenante, non è un lusso ma un dovere” verso tante persone che hanno un contatto con la Chiesa solo attraverso i media. Per questo, occorre un “linguaggio chiaro, semplice e comprensibile”, “essere se stessi”, “sempre veritieri e schietti”, curare “la tempestività” ed evitare di lasciar diffondere “informazioni false o inesatte poi difficili da rettificare”. (SIR)