La prima pagina del ‘Manifesto’ contro la chiusura del giornale comunicata dai liquidatori con un fax. ‘Oggetto cessazione attività’, si legge nella prima pagina del quotidiano diretto da Norma Rangeri in cui a tutta pagina campeggia ‘NO’. “Può succedere – spiega il quotidiano fondato nel ’69 – che un fax spedito in redazione senza preavviso, senza che nessuno se l’aspetti, vada perso. Chi li usa più i fax al tempo delle email e di twitter. Così ieri pomeriggio rischiavamo persino di non leggere le poche righe con le quali ci comunicavano che è stata decisa la cessazione della complessiva attività editoriale del manifesto”. “Unidici righe – spiega il ‘Manifesto’ – spedite dai tre liquidatori che da febbraio gestiscono questo giornale. Un colpo a freddo arrivato proprio mentre voi lettori e noi del collettivo stiamo facendo l’impossibile per non arrenderci. Ma il manifesto non finirà così”. Per il vicepresidente del Senato Vannino Chiti “il Manifesto non deve chiudere. E’ da anni una voce libera e indipendente, preziosa nel panorama dell’informazione e della sinistra italiana. La sua chiusura rappresenta una sconfitta”. ”E’ necessario – scrive il senatore su Facebook – garantire il massimo del pluralismo per assicurare il diritto all’informazione che è uno dei pilastri della democrazia”.
Quotidiano della Calabria: proclamati tre giorni di sciopero
“La segreteria della Fnsi ribadisce convinta solidarietà e pieno sostegno all’azione sindacale dei giornalisti e del personale tecnico, poligrafico e amministrativo de “Il Quotidiano della Calabria”, che da anni lavorano in regime di perenne incertezza retributiva, con restrizioni di salario, impegni di riallineamento che restano solo promesse, mancati pagamenti (anche da anni) ai collaboratori. Per conservare il lavoro, diversi dipendenti hanno dovuto sottostare a rinunce di ogni genere senza che questo sacrificio fosse realmente riconosciuto dall’editore. La protesta unitaria di tutti i sindacati, aziendali, territoriali e regionali, ha perciò il pieno sostegno della Fnsi che in questa vicenda rileva gravissime lesioni degli obblighi sociali in capo all’impresa. Meritevoli di approfondite verifiche da parte di tutti gli organismi competenti. Il sindacato dei giornalisti non si è mai sottratto, né mai si sottrarrà, al confronto con l’azienda per affrontare nelle sedi istituzionali anche le situazioni più complesse e la perdurante situazione di crisi dell’azienda, ma non potrà mai accettare come regolari cose che tali non sono e ancor meno il mancato rispetto degli impegni economici assunti. A partire dagli stipendi e dal pagamento delle spettanze ai collaboratori.” (ADNKRONOS,FNSI)

