Serve ”un rifinanziamento del fondo per i contributi diretti all’editoria, che per il 2014 sarà di 50 milioni di euro, previsti nella Legge di stabilità. È un impegno importante del governo, ma non basta, cosi’ il sistema chiude”. È l’allarme lanciato da Mario Primo Salani, presidente dell’Alleanza Cooperative italiane Comunicazione, all’assemblea dell’Editoria cooperativa non profit di idee e di testimonianza, promossa insieme a File, Federazione Italiana settimanali cattolici, Fnsi, Slc-Cgil, Uspi, Art.21. ”Se non si troveranno altri 50 milioni di euro – ha detto Salani – saranno a rischio circa 100 testate e 2000-3000 addetti”.
Una risposta è arrivata da Giovanni Legnini (Pd), sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria: ”Il fondo che arriverà sarà uguale a quello dell’anno scorso, intorno agli 80 milioni di euro. E anche per gli anni futuri, in cui per ora è assestato a 50, vorremmo riportarlo a 80, così potrete riprogrammare le vostre attività.
Io farò la mia parte, ma è un percorso che bisognerà seguire, dovrete fare anche voi un lavoro persuasivo sul Parlamento. I soldi li daremo ai lavoratori, non saranno per i bilanci”. Anche Giorgio Lainati (Pdl) sostiene la proposta di Legnini:
”Mi rendo perfettamente conto che gli interventi possano sembrare insufficienti, ma gli sforzi per allargare un po’ i cordoni della borsa oggi sono al massimo immaginabile”.
Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, ha sottolineato l’operazione importante per il fondo dell’editoria nella Legge di stabilità. Ma servono risorse adeguate ”da usare per tutelare il lavoro”, ha precisato, e ”va assicurato il piano triennale che veniva chiesto. Il Parlamento consideri il pluralismo come un valore importante: ci si accorge della sua importanza quando scompare. Questa non è una realtà di profittatori, ma di benefattori, e se in mezzo c’è qualche profittatore lo denunciamo”. Per la senatrice Emilia Grazia De Biasi (Pd), ”è una battaglia culturale e politica profonda mantenere i fondi per l’editoria. Dobbiamo chiarirci le idee su questo settore. Se significa rincorrere costantemente una scatola vuota allora sono da scegliere delle priorità. Non fermiamoci solo al dato economico”.
Tra gli interventi anche quelli di Barbara Apuzzo (segreteria nazionale Slc-Cgil) e di Vincenzo Vita (Articolo 21): ”Nel contesto della teledipendenza a tutti i livelli degli ultimi 30 anni, le testate non allineate sono viste come infedeli.
Dovremmo far capire che noi non mendichiamo niente a nessuno. Il fondo non è un regalo a qualcuno che piange, ma protegge un pezzo di idea di comunicazione”. (ANSA)

