Da settimana scorsa in edicola non c’è più il settimanale Il Mondo, che segue l’addio di Panorama Economy, Finanza e Mercati e Borsa & Finanza. Ma anche i sopravvissuti arrancano, da Milano Finanza a Il Sole 24 Ore. Economia e finanza dominano. Ma la stampa di settore affonda. Da settimana scorsa in edicola non c’è più Il Mondo, il settimanale di Rcs nato nel lontano 1922 come quotidiano del pomeriggio fondato da Giovanni Amendola (padre di Giorgio, il dirigente comunista mentore di Giorgio Napolitano). E chiuso dall’amministratore delegato di Rcs Pietro Scott Iovane per far quadrare i conti del gigante editoriale affossato dall’acquisizione della spagnola Recoletos. Già prima de Il Mondo aveva siglato il proprio addio ai lettori nel maggio 2012 Panorama Economy, settimanale di economia del gruppo Mondadori. Il giornale, lanciato da Paolo Madron, oggi alla guida di Lettera 43 e successivamente passato sotto la guida prima di Giorgio Mulé e di poi Sergio Luciano, non è mai riuscito realmente a sfondare. A gennaio 2012 aveva sospeso le pubblicazioni il quotidiano Finanza e Mercati e il settimanale Borsa & Finanza, entrambi di proprietà dell’immobiliarista Danilo Coppola attraverso la Editori per la finanza in liquidazione. Non è durata a lungo nemmeno l’avventura di Libero Mercato, ideato e cooordinato da Oscar Giannino: nato come un inserto del quotidiano guidato da Vittorio Feltri, aveva l’ambizione di essere una testata autonoma. E invece il giornale è rimasto per un paio di anni come allegato e poi è stato riassorbito nel 2009 all’interno del quotidiano.Anche i “sopravvissuti” hanno problemi: il gruppo Class editori, che pubblica il quotidiano Mf e il settimanale Milano Finanza, ha perso 14 milioni di euro nei primi nove mesi del 2013 su un fatturato in flessione dell’11,3 per cento. La società sta ora utilizzando i contratti di solidarietà per abbattere il costo degli stipendi e prendere così una boccata d’ossigeno. Il gruppo Sole24ore che, nei primi nove mesi del 2013, ha registrato un rosso anteimposte da 36 milioni. Il fatturato è scivolato a 277 milioni contro i 315 dello stesso periodo 2012. E ora l’azienda si prepara ad altri 40 prepensionamenti forzati oltre che una nuova ondata di contratti di solidarietà. (PRIMA)

