Nuovo passo per il ripristino dei fondi all’editoria. La commissione Cultura della Camera ( nella foto ) ha votato all’unanimità un emendamento che prevede uno stanziamento di 70 milioni di euro destinato al fondo dell’editoria. «Non si tratta certo della soluzione definitiva», ha dichiarato Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21. «Ma almeno rappresenta un primo segnale. Naturalmente – ha poi aggiunto il parlamentare – ora è necessario che tale segnale sia raccolto dal governo e dal ministro Tremonti e sia inserito nella legge di stabilità». «Restiamo in attesa che il ministro Bondi raccolga questo emendamento e lo difenda con la stessa fierezza con cui difende il lodo Alfano anche perché, in caso contrario, oltre 100 testate ed emittenti rischierebbero la chiusura». I tagli all’editoria furono decisi attraverso l’approvazione del decreto Milleproroghe: tra i vari provvedimenti entrati in vigore, ci fu anche il taglio del 50 per cento destinati alla stampa italiana all’estero.
Per la Federazione Nazionale della Stampa «la decisione, presa all’unanimità, è un’iniziativa importantissima». «Ora non ci sono più alibi: il governo – sottolinea il sindacato dei giornalisti – deve intervenire immediatamente per evitare che, con scelte sciagurate, il pluralismo dell’informazione subisca un durissimo colpo di maglio con la perdita di centinaia di testate e migliaia di posti di lavoro così come, da tempo, la Fnsi ha denunciato con iniziative pubbliche e conferenze stampa. Pur nel rispetto delle economie di bilancio l’esecutivo deve finalmente battere un colpo».
Nei giorni scorsi anche il presidente del Partito democratico Rosy Bindi, durante la sua visita in Canada, aveva lanciato il grido d’allarme per i danni provocati dal taglio dei fondi destinati ai quotidiani e ai periodici italiani stampati all’estero. «L’Italia – ha aggiunto – non può permettersi di tagliare i ponti con gli italiani all’estero o di abbassare l’italianità nel mondo, già ce l’abbiamo abbastanza bassa. Deve investire nella promozione della lingua e della cultura e non può pensare di chiudere i quotidiani all’estero come il Corriere Canadese che da oltre mezzo secolo offre un servizio alla comunità in Canada che conta più di un milione e mezzo di concittadini».
Si è chiuso, infine, il nuovo round di incontri a Roma sulla riforma dell’editoria. Il sottosegretario Paolo Bonaiuti intanto ha sottolineato come siano stati «due giorni importanti che ci hanno consentito di fare una prima fotografia sui problemi che attualmente investono l’editoria giornalistica». Bonaiuti si è incontrato con i rappresentanti di Fieg, Fnsi, Uspi, Mediacoop e Aie. La discussione per la riforma dell’editoria continuerà anche nelle prossime settimane . ( CORRIERE CANADESE, FNSI)

