13 Luglio 2012
Share

EDITORIA: SIDDI SU LEGGE, BUONE REGOLE. ORA COPERTURA FONDI ED EQUO COMPENSO

EDITORIA_VIGNETTA”La legge rende finalmente chiaro che l’editoria e’ un settore che merita sostegno pubblico soltanto sulla base di criteri di trasparenza e di qualificazione professionale espressa e misurata attraverso il lavoro giornalistico regolarmente inquadrato secondo contratto collettivo, diritto del lavoro e obblighi previdenziali. In una parola: contributi si’ ma a giornali veri fatti da giornalisti e solo se espressione di idee politiche, culturali, cooperative vere, minoranze linguistiche o destinati alle comunita’ italiane all’estero”. Lo afferma Franco Siddi, segretario generale della Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa Italiana) che aggiunge: ”Ma la legge sarebbe sprecata e inutile se restera’ senza adeguata copertura di fondi, visto che per l’esercizio in corso, sinora, sono previsti solo 57milioni di euro. In questo momento, percio’, accanto a questa legge voluta dal Sottosegretario Paolo Peluffo, devono trovare presto puntuale e coerente esito gli ordini del giorno per una copertura di bilancio commisurata al fabbisogno, a firma dell’onorevole Giulietti, e per l’equo compenso del lavoro dei giornalisti autonomi e precari, oggi sfruttati spesso ignobilmente, presentato dagli onorevoli Moffa e Carra. I due ordini del giorno impegnativamente accolti dal governo non possono finire nel cassetto come troppo spesso ci hanno abituato vari governi in casi simili”. ”La legge approvata oggi -afferma ancora Siddi- dev’essere un punto di partenza per un vero intervento organico che accompagni le trasformazioni industriali e di tutta l’editoria italiana e ne sostenga lo sviluppo, garantendo le condizioni indispensabili di pluralismo in una fase cruciale della vita del Paese. La discussione che si apre sulla legge delega in Parlamento e’ l’occasione da cogliere perche’, raccogliendo anche le istanze delle parti sociali, secondo un virtuoso processo di concertazione, che non e’ un danno ma una risorsa per tutta il Paese, si scriva finalmente quella riforma organica dell’editoria che manca da anni”. (ASCA)